Oggi vi presentiamo un nuovo appassionante racconto scritto da Elena Canepa e Laura Canepa, https://elenaelaura.home.blog/2020/04/02/guendalina-e-il-gigante-prima-parte-di-elena-canepa-e-laura-canepa/

C’erano una volta, in un luogo lontano lontano, un boscaiolo e sua moglie che vivevano in una capanna costruita dall’uomo.
Erano totalmente poveri da non potersi permettere più di quello.
Un bel giorno la moglie diede alla luce una bella bambina, bionda come l’oro e con la pelle morbida come una pesca. La chiamarono Guendalina.
La piccola cresceva e i genitori erano felici. Tutto sembrava andare per il meglio finché, un giorno la madre morì.
Il padre e la figlia rimasero soli in quella capanna nel bosco, nella miseria e nella tristezza.
Guendalina diventava una fanciulla sempre più bella, il padre non sapeva più come fare per portare in tavola qualcosa da mangiare: erano così poveri che a volte erano costretti a saltare i pasti. Una seria il boscaiolo, che si era addentrato troppo tra quegli alberi ombrosi, non riuscì più a trovare il sentiero per tornare a casa e si perse nel bosco.
Cammina cammina andò a sbattere contro qualcosa di grosso e cadde a terra.
La luna cominciò a rischiarare il paesaggio e gli occhi si abituarono al buio. L’uomo scorse di fronte a sé un’enorme melanzana.
«Accidenti!» esclamò «non ho mai visto una melanzana così grossa! Se la portassi a casa io e mia figlia avremo di che sfamarci per almeno una settimana!» e così dicendo si arrampicò sull’alta pianta e, dopo vari tentativi, staccò la melanzana con l’ascia e la fece rotolare fino a casa.
«Figlia! Svegliati immediatamente!» urlò il padre quando entrò in casa.
Guendalina, assonnata, scese dal letto e grande fu suo stupore quando vide coi suoi occhi ciò che il padre aveva da mostrarle.
«Domani incomincerai a cucinare questa melanzana e io andrò nel bosco a far legna!» ordinò il padre.
Mangiarono melanzana cucinata in ogni maniera fino ad averne la nausea.
«Almeno per un po’ non moriremo di fame» pensava per consolarsi Guendalina.
Arrivò il momento in cui, però, anche la melanzana terminò.
Il padre, preoccupato, una sera partì nuovamente alla ricerca di quell’orto gigante, per trovare qualcos’altro da mettere sotto i denti.
I giorni passavano senza ottenere buoni risultati.
La fame si faceva sentire negli stomaci vuoti di padre e figlia, quand’ecco che una notte, finalmente, l’uomo andò nuovamente a sbattere contro qualcosa.
«Una zucchina!» esclamò contento e la fece rotolare fino a casa. Questa volta, deciso a dimenticare la strada, incise il tronco di ogni albero con l’accetta, segnando il sentiero.
Di nuovo si riuscirono a riempire le pance ed ogni volta era semplice ritrovare la strada.
Una sera una mela, un’altra sera un cavolo e così via.
Una notte però, mentre il boscaiolo stava per fare rotolare via una carota, qualcosa lo sollevò da terra e si ritrovò faccia a faccia con un gigante.
«Tu! Piccolo ladro! Come hai osato rubare dal mio orto?» domandò con una grossa voce cavernosa.
«Mi dispiace, le chiedo scusa! Ero morto di fame e…»
«Basta!» lo interruppe il gigante «non mi interessano i tuoi farfugliamenti. Ti rinchiuderò in cantina e poi ti mangerò!»
«No, la prego, non lo faccia! Ho una figlia ed è bellissima! Posso offrirla in sposa in cambio della vita!» urlò il boscaiolo in preda alla disperazione.
«In questo caso…» fece il gigante rimettendo a terra l’uomo.
«Falla venire qui, ma bada bene…se hai mentito verrò a cercarti e ti schiaccerò con il mio piede» fece il gigante mostrando la grossa scarpa al boscaiolo.
Quest’ultimo annuì e si mise a correre a gambe levate.
CONTINUA…




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