Vi presentiamo la seconda parte dell’emozionante racconto scritto da Elena Canepa e Laura Canepa! https://elenaelaura.home.blog/2020/04/05/guendalina-e-il-gigante-seconda-parte-di-elena-canepa-e-laura-canepa/

Arrivato a casa, il boscaiolo spiegò la situazione a Guendalina.
«Padre! Ma come avete potuto farmi questo?» piagnucolò la ragazza.
«Zitta figlia! Sposerai il gigante senza fare storie! Vuoi forse che il tuo povero padre venga ammazzato?»
Così la fanciulla, la mattina seguente,si incamminò nel bosco seguendo i segni sugli alberi di cui il padre le aveva parlato.
Giunse al grosso orto e decise di arrampicarsi su di un’enorme zucca per guardarsi attorno: non c’era traccia del gigante.
La ragazza si sedette, quand’ecco che grossi e pesanti passi dietro di lei la fecero sobbalzare.
«Ah! Eccoti qui, finalmente! Sei davvero bella, proprio come aveva detto tuo padre. E adesso andiamo!»
La prese con una manona e la sollevò,portandola verso il suo sfortunato destino.
Nella casa del gigante tutto era enorme: comodini,letto, tavolo,sedie… Guendalina era più piccola di una bambolina.
In pochi giorni si sposarono e la ragazza,sempre più triste, cominciò a trascorrere le sue giornate a pensare a come scappare da quella prigione.
Il gigante era burbero e scontroso, perciò non vi era nulla di piacevole nella vita trascorsa in quella casa.
Una sera mentre Guendalina fu scoperta a fuggire, il marito la rinchiuse in una credenza per una giornata intera. La povera ragazza,da quel momento,decise di arrendersi.
Un giorno il gigante entrò in casa e urlò: «Moglie! Mi assenterò da casa per una settimana intera,questioni da giganti. Non osare scappare, altrimenti cercherò te e tuo padre e vi mangerò in un sol boccone!»
La ragazza, in lacrime, si tolse immediatamente l’idea di fuggire dalla testa.
Un giorno mentre vagava per i lunghi corridoi della grossa casa, sentì dei lamenti soffocati. Seguì il rumore fin quando trovò una porta ad altezza umana.
La chiave si trovava nella serratura e quindi,spinta dalla curiosità,decise di aprire.
All’interno della stanza vi erano un gruppo di persone legate e imbavagliate. Guendalina spaventata,si mise una mano sulla bocca. Li aiutò a liberarsi e un uomo le disse: «Grazie, fanciulla! Il gigante ci ha rinchiusi qui per mangiarci! Permettici di scappare!».
La ragazza inorridita da ciò che il marito aveva fatto, aiutò i malcapitati ad uscire dalla casa. Fra gli ultimi prigionieri,apparve uno strano esserino basso e con le orecchie a punta che le si parò di fronte: «Cara fanciulla,ti sono molto grato per avermi liberato. Adesso potrò fare ritorno al mio villaggio. Sono un elfo e possiedo poteri magici; quelle catene mi rendevano incapace di usare i miei trucchetti. Per sdebitarmi con te, voglio concederti tre desideri che esaudirò con la mia magia».
«Oh,caro elfo! Non mi aspettavo una fortuna del genere! Dunque,fammi pensare. Come prima richiesta,desidero che la capanna di mio padre si trasformi in una grande casa confortevole» sospirò Guendalina pensando che, dopotutto, restava sempre suo padre.
«Sarà fatto!» esclamò l’elfo battendo le mani tre volte. «Avanti, secondo desiderio!»
«Desidero che un giovane coraggioso venga a salvarmi dal gigante e mi sposi!» sorrise la giovane con emozione.
«Sarà fatto a tempo debito» rispose l’elfo battendo le mani.
«E terzo, una volta morto il gigante,vorrei che questa casa si trasformasse in un grosso castello!» desiderò la fanciulla a voce alta.
«Bene!» esclamò l’elfo battendo le mani.
«Adesso posso andare,buona fortuna!» e con uno schiocco di dita si volatilizzò.
Da quel momento Guendalina trascorse le sue giornate seduta sul davanzale ad aspettare il suo salvatore, ma di lui nessuna traccia.
«Oh povera me, quell’elfo mi avrà presa in giro. Non arriverà nessuno a salvarmi» pensava sconfortata la ragazza.
La settimana in assenza del gigante giunse al termine e, al suo ritorno, Guendalina ebbe un’amara sorpresa.
«Moglie!» tuonò il gigante «guarda qui che bei regali ti ho portato!» e, dicendo ciò,si tolse un grosso sacco dalle spalle e lo lasciò cadere a terra. Subito balzarono fuori due grossi mastini,grandi quanto buoi.
Guendalina ebbe un sussulto.
«Ah ah ah!» rise forte il gigante «uno si chiama INSEGUILA e l’altro si chiama ACCHIAPPALA,ti faranno la guardia quando io non ci sarò» e rise nuovamente.
«Povera me!» gemette Guendalina «qui le cose si mettono sempre peggio!». E infatti così accadde.
CONTINUA…




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