
I due cani la seguivano ovunque e quando il gigante chiamava,la trascinavano da lui per le sottane. Ogni volta il marito rideva e Guendalina soffriva sempre di più.
Una notte,mentre Guendalina piangeva pensando alla sua misera condizione, dei sassolini colpirono la sua finestra.
Si affacciò ma non vide nulla.
«Psst, sono qui!» disse una voce.
Guendalina di sforzò di vedere meglio,poi finalmente notò un giovane appostato dietro ad un cespuglio.
«Chi sei?» Chiese stupita.
«Shh,parla piano o sveglierai quei due bestioni!» esclamò indicando i due cani che facevano la guardia davanti alla finestra.
«Ti ho vista giorni fa e non posso lasciarti in balìa di questo gigante» sussurrò il giovane.
Guendalina quasi urlò dalla gioia, ripensando ai tre desideri dell’elfo.
«Come faremo?» chiese alla fine lei.
«Ho una corda,te la lancerò e tu dovrai legarla ben salda».
Così fecero,e il ragazzo si arrampicò fin dentro la camera di Guendalina.
«Sono il principe Ferdinando,per servirti» disse con un inchino.
Sono Guendalina» rispose lei senza fiato.
Ecco che tutto ad un tratto i due mastini si misero ad abbaiare.
I giovani si sporsero dalla finestra e videro i cani richiamare l’attenzione del gigante; Acchiappala addentava con ferocia la corda.
«Che c’è?» urlò il gigante arrivando a passi pesanti.
Guendalina e il principe si allontanarono dal davanzale,poi il gigante chiamò fortissimo: «Moglie!».
Guendalina obbediente si affacciò alla finestra, facendo segno a Ferdinando di restare nascosto.
Appena il gigante la vide, imprecò contro di lei: « Cos’è questa corda? Stai forse tentando di scappare di nuovo? Questa volta sarai punita,eccome se lo sarai!». Rosso in volto rientrò in casa,e veloce,si diresse verso la camera di Guendalina.
I mastini vigilavano la finestra: per i due non c’era scampo.
Ferdinando sfoderò la spada e si lanciò fuori dalla camera di Guendalina.
«Non uscire da qui finché non tornerò a prenderti!»
La ragazza,molto preoccupata, pensò a cosa avrebbe potuto fare il principe contro un gigante così grande e cattivo.
La lotta tra i due infuriò per molto, quando ad un tratto tutti i rumori cessarono.
Di lì a poco,dei deboli colpi risuonarono alla porta.
« Guendalina apri,sono io!»
Gli occhi della ragazza si riempiono di lacrime di gioia: «Oh,mio eroe!» disse spalancando la porta.
Il principe era ferito,ma non gravemente.
«Come hai fatto a sopraffare quel terribile gigante?» chiese la giovane.
« È stato difficile,ad un certo punto pensavo che mi avrebbe schiacciato tra le sue enormi mani,ma poi la mia spada si è svegliata: sembrava viva. Ogni colpo andava a segno e le sorti dello scontro sono volte a mio favore» rispose sorridendo il ragazzo.
Guendalina riconobbe in questo miracolo la magia dell’elfo e silenziosamente gli mandò un ringraziamento.
«Andiamo!» esclamò il principe «ti porterò al mio castello!».
La prese per mano e la condusse fuori,passando accanto al corpo senza vita del gigante.
Appena furono fuori,i cani li videro e corsero rabbiosi contro di loro. Ad un tratto la terra tremò e un gran polverone ricoprì tutto.
I due giovani videro il maniero mutare forma e trasformarsi in uno splendido castello. Il rozzo cortile diventò un magnifico giardino,pieno di fiori profumati e i due terribili mastini si trasformarono in in due affettuosi cagnolini.
«Che magia è mai questa?» Chiese il principe sbigottito.
Guendalina spiegò tutto quello che era successo mentre il principe ascoltava meravigliato.
«Benissimo,questo castello è tuo adesso!» disse Ferdinando rivolto alla ragazza.
«Se tu mi ami come ti amo io, dirò ai miei servitori di portare qui i miei averi e lascerò il mio castello alle mie sorelle».
Guendalina non avrebbe potuto chiedere di meglio e acconsentì felice.
Ben presto i due convolarono a nozze e vissero felici e contenti.




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