Non posso restare, ho un treno da prendere.
Davvero, non so come dirtelo, devo andare tra pochi minuti.
Lasciami la mano, lasciamo questo posto, devo correre in stazione.
Ho il futuro che ha acceso i motori, c’è una porta aperta e non lo rimarrà a lungo.

No, davvero, non posso restare.
Non guardarmi con quegli occhi. Meno male che non parli!
E non metterti pure a parlare per dirmi di non andare,
che non potrei sopportare anche le tue parole.

Già mi basta quello sguardo pieno di nuvoloni.
Già lo sento dal freddo che ci avvolge, mentre il tempo corre.
E ho il cuore come mare in tempesta, se mi afferri il polso.
E le mie gambe sono pietra, finché mi trattieni ancora.

Fingi che io non esista, che sia solo una sconosciuta.
Che oggi, per caso, ti sei trovato in quel caffè e allora mi hai incontrata.
Come, dopotutto, ogni giorno intravedi tante persone e te ne innamori,
mentre stanno sedute a un tavolino a leggere un libro e sorseggiare caffè, come me.

Ma a me non amarmi, non farlo, ti prego, che il futuro non ci vuole.
E lascia stare la nota a piè di pagina che ho segnato a matita: “carpe diem“;
é solo roba antica, non la leggere, non mi ci fare credere.
É il frutto di un destino che di mestiere è sempre stato romanziere.

Forza, lasciami la mano, abbandona questa testa, sciogli il nodo dal mio cuore.
Sblocca le mie gambe, fammi tornare in un mondo dove non posso incontrarti.
Liberami dalla tua esistenza, liberaci dal nostro ricordo.
Fammi prendere quel treno, sì che voglio prenderlo, anzi, portamici tu.

E non guardarmi così,
smettila di guardarmi così,
che se lo fai, il piede rimane ancorato a questa terra.
Ed io ancora, ancorata a te.

e allora:
lasciami,
liberami,
abbandonami,
scioglimi,
Amore.

E ti prego di sbrigarti:
che io sono un’attrice, e recito solo il tempo di uno spettacolo.
Ma ormai è quasi sera: sento le forze esaurirsi, la mia maschera cadere.
Sto per rimanere nuda, e tu vedrai la mia vera faccia e i miei pensieri.

E allora ti dico che non voglio partire, non lasciarmi andare.
Che mentre la gente si saluta davanti a un treno che fuma in partenza,
noi teniamoci ancora stretti, e così saliamo sul nostro,
dal momento in cui mi baci, su questa panchina vista mare.

https://raccontiondivaghi.wordpress.com/2019/11/22/il-treno/https://raccontiondivaghi.wordpress.com/2019/11/22/il-treno/

2 risposte a “Sulla panchina vista mare di Valeria Rossitto”

  1. Grazie infinite di cuore!!! 😍🖤 È un testo che ha pubblicato sul suo blog un’autrice che collabora con Masticadores Italia! 🥰😍

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