
Nel settembre del 2015 le tavole del primo volume di Minkiaman erano circa quaranta e perché diventasse un volume a tutti gli effetti ne mancavano ancora almeno cento. Cominciai a proporre il progetto timidamente ma forse un po’ troppo precocemente. Un editore le stroncò con una veemenza degna di miglior causa. Bastava dirmi che non gli piacevano e la cosa si sarebbe chiusa lì.
La storia dell’editoria è fatta da un’infinità di rifiuti e di giudizi intossicati da idiosincrasie, pregiudizi e inestinguibili antipatie. Invece mi impartì una lezione non richiesta di sceneggiatura e dialoghi con una aggressività che mi fece male fisicamente. La botta fu violenta ma non mi mise ko. Mi stordì e mi fiaccò le gambe.
Il caso volle, travestito da fortuna, che il giorno dopo giungesse alla mia mail il giudizio dell’autore che più stimo in Italia e nel panorama internazionale, alla stregua di Sfar, Oubrerie, Baudoin, Tardi e Crumb. Era Gipi che mi disse cose bellissime di segno diametralmente opposto a quanto mi era giunto il giorno prima dall’editore che avevo fatto incazzare (sic!). Fu adrenalina pura, lenimento se non medicina che mi guarì dalla ferita del giorno prima. Dopo l’endorsement di Gipi, furono in tanti a dare uno sguardo a quel work in progress e furono tutti molto benevoli quando non addirittura entusiasti nel valutare quell’opera dai toni foschi, forti, duri e grotteschi. Molti volevano sapere con chi avrei pubblicato… Piaceva il disegno sporco e, udite udite, la sceneggiatura e quei dialoghi durissimi e assai scarni. Giunse anche un commento di una tra le autrici che più amo, Laura Scarpa, che era anche editrice. Mostrò parecchio gradimento per il mio graphic novel che probabilmente avrebbe pubblicato se un attimo prima l’amico Sergio Algozzino non avesse suggerito a Tunué di mandarmi un contratto. Questo che vedete è uno sketch del 2015 dove ancora Minkiaman non è del tutto risolto ma già in grado di intendere e di voler essere un super anti eroe da non farsi mettere in un angolo buio o dentro a un cassetto. Il secondo volume arriverà tra un po’, e sapete chi lo manda in libreria? Laura Scarpa e la sua ComicOut. In genere si dice che non c’è due senza tre. Io dico che se c’è l’uno il due è ancora meglio (oppure: quant’è bello lu primmo ammore, lu secondo è cchiù bello ancora). A presto, cari amici.




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