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Nell’ aprile 1815 ci fu la devastante eruzione del Tambora originata dalla subduzione della Placca australiana al di sotto della Placca della Sonda, che provocò disastri di enormi proporzioni: alle primissime 12.000 vittime se ne aggiunsero moltissime altre. In tutto il pianeta il totale dei morti dovuti anche ai successivi sconvolgimenti climatici globali che provocarono fame e carestie, ammontò a più di 200 000 unità.
Il vulcano si trova su di un’isola situata nell’arcipelago indonesiano della Sonda. Prima di tale evento il vulcano, che è ancora il più alto dell’Indonesia, era la 15ª montagna più alta al mondo e la sua considerevole altezza lo rendeva un utile punto di riferimento per i naviganti.
Il 5 aprile 1815 si ebbero i primi fenomeni eruttivi con boati uditi fino a un migliaio di chilometri di distanza.
Dopo la fase parossistica, le esplosioni divennero sempre meno frequenti e potenti, fino a cessare nel luglio seguente. Tuttavia fiamme e forti scosse di assestamento proseguirono fino quattro anni dopo.
Secondo i vulcanologi quell’eruzione fu una delle più potenti dalla fine dell’ultima Era glaciale e l’emissione di ceneri fu enorme.
Nella primavera-estate dell’anno seguente si ebbe un velo persistente di aerosol nell’aria, che provocò condizioni climatiche estreme, tanto che il 1816 fu definito l’anno senza estate. Il freddo ebbe ingenti conseguenze sui raccolti provocando la peggiore carestia del diciannovesimo secolo che, associata all’ aumento del prezzo dei cereali, fu la causa di violente proteste seguite da rivolte, incendi dolosi e saccheggi.
Le anomalie climatiche provocarono anche la prima pandemia colerica del mondo, malattia che prima del 1816 era circoscritta alla zona del pellegrinaggio sul Gange, e anche l’epidemia di tifo del 1816-19.
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Gli alti livelli di cenere nell’atmosfera resero spettacolari i tramonti di quell’anno, colorandoli di rosso e di giallo come si ammira nei dipinti di William Turner; in Italia cadde neve rossa, dovuta alle ceneri presenti nell’atmosfera.

L’ estate umida e senza sole del 1816 costrinse Mary Shelley, suo marito Percy Bysshe Shelley, il poeta e amico Lord Byron e John Polidori a restare rintanati in Villa Diodati durante le loro vacanze svizzere. Per far passare il tempo si dedicarono a lunghe discussioni scientifiche e filosofiche sulle origini della vita o sul galvanismo, e si immersero nella lettura di storie di fantasmi. Ciò indusse Byron a proporre a tutti la composizione di una storia di tal genere: fu così che Mary Shelley compose il suo Frankenstein e Polidori Il vampiro.
Un’altra conseguenza curiosa fu l’invenzione di un mezzo di locomozione in grado di sostituire agli animali da trasporto, decimati del freddo e della fame.
Nacque così la draisina, detta anche Dandy Horse o velocipede, un veicolo simile a una bicicletta, con due ruote ma senza pedali né freni, perché propulsione e frenata erano dati dalla spinta o l’attrito dei piedi del guidatore sul terreno.
Image: Detail from “Red Sky and Crescent Moon” by William Turner, c. 1818 (Tate Museum)




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