By Pina Bertoli

Sandor Marai: Il sangue di san Gennaro è il suo «romanzo napoletano», pubblicato nel 1957, ambientato nella città dove visse dal ’48 al ’52, e precisamente a Posillipo, prima di partire per gli Stati Uniti. Nel romanzo incontriamo una folla di personaggi napoletani, ragazzini e adulti esperti nell’arte di arrangiarsi;  una carrellata di ritratti e personaggi tratteggiati con bonomia, comprensione ed anche ironia, tutti in attesa di un miracolo che possa risolvere i problemi dell’esistenza e della sopravvivenza e soprattutto in attesa di quel “miracolo ufficiale” e programmato costituito dal prodigio della liquefazione del sangue di San Gennaro.

Un incantevole aprile di Elizabeth Von Arnim racconta la storia di quattro donne inglesi che affittano per un mese un castello in Italia per trascorrervi una vacanza e sfuggire così al tedio delle loro vite in Inghilterra. La vicenda inizia in un club femminile di Londra, in una giornata fredda e uggiosa di febbraio, quando la signora Wilkins legge il seguente annuncio economico sul Times:

«Per gli amanti del glicine e del sole. Piccolo castello medievale italiano sulle coste del Mediterraneo affittasi ammobiliato per il mese di aprile. Servitù inclusa. C.P. 1000, “The Times”»

Il luogo di ambientazione è ispirato ad un fatto autobiografico; infatti nel 1921 Elizabeth von Arnim, che si era separata da poco dal duca John Francis Stanley Russell, trascorse una vacanza sulla Riviera ligure e prese in affitto, insieme ad alcuni amici, il castello Brown di Portofino.

Dan Brown è uno degli autori di intrighi e suspense che predilige l’Italia: infatti Inferno ci porta a Firenze, mentre Angeli e demoni a Roma.

Julia Navarro con La fratellanza della Sacra Sindone ci porta a Torino. Torino, 1991. Domate le fiamme divampate nel duomo, viene rinvenuto il cadavere carbonizzato di un uomo senza lingua. Un particolare che mette in allarme il capitano dei carabinieri Marco Valoni, che inizia a sospettare che l’incendio non sia stato causato da un corto circuito. Coadiuvato dall’affascinante storica dell’arte Sofia Galloni e da una giornalista spagnola, si mette sulle tracce di una ristretta élite di uomini colti, raffinati, ma soprattutto di grande potere, che sembrano nutrire un particolare interesse per il lenzuolo con l’immagine del Cristo sofferente. Valoni dovrà ripercorrere l’intera storia del Sacro Lino, tra complotti e miracoli, eresie e Crociate, apostoli e Templari, per risolvere l’enigma.

Un’estate in Riviera, una di quelle estati che segnano la vita per sempre. Elio ha diciassette anni, e per lui sono appena iniziate le vacanze nella splendida villa di famiglia nel Ponente ligure.  Il romanzo è il racconto struggente del rapporto di amicizia, che si trasforma poi in amore, che nasce tra due giovani e che li accompagnerà negli anni a venire.

Da questo libro il film di Luca Guadagnino Chiamami col tuo nome nominato agli oscar 2018 per le categorie: Miglior canzone originale, Miglior sceneggiatura non originale, Miglior film, Miglior attore protagonista.

Due autobiografie di scrittrici statunitensi: Elizabeth Gilbert nel suo Mangia prega ama (caso editoriale da dieci milioni di copie e film di successo con Julia Roberts) compie diversi soggiorni tra cui quelli a Roma e Napoli. Mentre Frances Mayes nel suo Sotto il sole della Toscana (due milioni di copie vendute e un film meno noto)ci porta nella campagna di Cortona. Il romanzo tratta della decisione dell’autrice di comprare un’antica villa rurale abbandonata dal nome Bramasole. Da qui iniziano le sue avventure e la scoperta e la descrizione del mondo e dei paesaggi nascosti della campagna toscana.

Il romanzo di William Wall La ballata del letto vuoto ci porta a Camogli. Qui trovate la mia recensione.

Ed infine chiudiamo con questi racconti, scritti in italiano:

Una Roma mista e metafisica, contemporanea ma eternamente sospesa fra passato e futuro, è la vera protagonista, non l’ambientazione, di questa raccolta. Nove racconti, alcuni di respiro romanzesco, in cui riconosciamo una città contraddittoria che ridefinisce sempre se stessa, trasformandosi di generazione in generazione in un amalgama, in un viavai ibrido di stranieri e romani che si sentono comunque sempre tutti fuori posto.

L’andamento della scrittura è riconducibile agli autori italiani del Novecento che Jhumpa Lahiri conosce e profondamente ama, a partire da Moravia che riecheggia nel titolo. Ma i temi di questo libro, il quinto che l’autrice scrive direttamente in italiano, sono tutti suoi: lo sradicamento, lo spaesamento, la ricerca di un’identità e di una casa, il sentimento di essere stranieri e soli ma, proprio per questo, in lotta e vitali.

Photo by Julius Silver on Pexels.com

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