” O viva morte, o dilettoso male”

Giacomo Leopardi, Infinito

4 agosto 2022 By Milena Bonazzi

Tra le mie figure retoriche preferite c’è sicuramente l’ossimoro.

L’accostamento di due parole che hanno significati opposti mi identifica e rispecchia spesso alla perfezione.

Giocando sempre sui parallelismi tra la vita e il bridge, mi sono domandata quale esempio esplicativo potesse calzare.

Non c’è voluto molto in effetti a trovarne moltissimi per ogni fase del gioco. La descrizione dell’ attività è un “distensivo stress”; la partita spesso ha un “rischio controllato”, oppure puoi trovarti ad  “assaltare una resa”.

Puro torbido divertimento per me, continuare a trovare analogie tra la vita e il bridge.

Mi sento così a mio agio a navigare tra gli opposti che da tempo ho iniziato a verificare se c’è una filosofia, una religione, uno statuto qualsiasi che può contenere il mio pensiero.

Ho letto solo delle elaborate modestie. Nemmeno le religioni orientali mi soddisfano pienamente. Sono troppo complicate ed io amo la spontaneità. Quindi rimango sul bridge che è sempre un rifugio sicuro e riesce con la sua indolente sollecitudine ad aiutarmi con esempi rivelatori.

Gli opposti ovunque si trovino, racchiudono quel concetto di dualità che è basilare nella nostra vita. Ad una delle parti solitamente tendiamo a dare un’accezione negativa e l’altra ovviamente sarà il suo opposto.

Se potessimo esprimere un desiderio, sicuramente toglieremmo istantaneamente ogni difficoltà e dolore che incontriamo sulla nostra strada. Riflettevo che così facendo immediatamente perderemmo lo spessore di ciò che ci fa stare bene. Per assurdo sappiamo di essere felici perché conosciamo perfettamente lo stato di tristezza. Non ci sarebbe nessuna bellezza se non conoscessimo il concetto di squallore e così via..

Ho iniziato a meditare su questo significato in un momento di sconforto al tavolo. Per quanto io metta tutta me stessa nel miglioramento e nell’apprendimento del bridge, è tutto troppo difficile. Anche quando mi sembra di aver afferrato un traguardo, immediatamente dopo, una nuova difficoltà mi riporta con i piedi per terra ed ho come la sensazione che il mio lavoro e la mia fatica siano stati inutili.

Allora ho iniziato a pensare alla rappresentazione di dualità. All’importanza di accettare con la stessa accoglienza che utilizziamo per qualcosa di piacevole anche il corrispondente che reputiamo negativo.

Se prendiamo ad esempio una moneta, è facile capire che se rinunciassimo ad una faccia automaticamente ci priveremmo della moneta stessa.

Allora grazie Mr. Bridge, che mi complichi così le cose. Se fosse altrimenti, starei facendo un inutile gioco di carte simili a quelli che mai mi hanno dato soddisfazione ne destato interesse.

Grazie alle complicazioni che quotidianamente mi affliggono, senza di loro non potrei rendermi conto di quando in assenza di problemi mi posso godere la felicità di momenti sereni.

Per ottenere questo stato delle cose, penso alla moneta del mio esempio. Non voglio rinunciare a spenderla, potrà succedere che la debba utilizzare per qualcosa che non avrei voluto, ma se ne ho di bisogno meno male che la possiedo.

Ovviamente il primo momento di incazzatura, quando qualcosa mi va storto, non posso negarmelo; ma perché deve essere sbagliato? Ho diritto di vivere qualsiasi stato d’animo, ma preferisco una placida arrabbiatura, di una furia al cubo.

Adorabili ossimori e altrettanto simpaticissime antitesi. Quando rido così tanto che mi viene da piangere.

Quando chiacchiero così copiosamente che sembro muta, perché alla fine nessuno mi ascolta e che quando invece taccio, ho già detto tutto.

Pensandoci niente è meglio del bridge per spiegare il concetto di due opposti. Una squadra di bridge composta da due coppie che gioca un duplicato (quindi parliamo di 8 persone), avrà le stesse opportunità di contratto giocando la stessa smazzata di carte, su ambo i tavoli ma su linee diverse.

Coppie di soci che devono essere complementari e che devono riconoscere ed esaltare il proprio relativo valore reciproco.

Insomma filosofia del 2 come se piovesse.

Terrificante meraviglia questo divertimento opprimente.

Sono la più scaltra delle stupide, che si trastulla applicandosi, ma sono naturalmente illogica e il bridge è la mia croce e delizia.

Il 2 è un rimbalzo che trova senso solo all’infinito.

milena bonazzi

Oh my bridge

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