Luisa Sanfelice fu un’altra giovane martire processata dal Tribunale di Stato, imprigionata e condannata a morte.Su di lei si hanno pochissime notizie a causa della sistematica distruzione da parte dei Borboni di qualsiasi documento relativo alle vittime della Rivoluzione Napoletana del 1799.Sappiamo che Luisa Fortunata de Molino era figlia di un generale borbonico di origine spagnola, nata a Napoli nel 1764 e che acquisì il cognome “Sanfelice” all’età di diciassette anni quando sposò il cugino, il nobile napoletano Andrea Sanfelice.

Benedetto Croce, filosofo, storico e politico idealista italiano, nel suo libro “Luisa Sanfelice e il complotto Baccher” scrisse:“Luisa era leggiadrissima fanciulla, di diciassette anni, quando, nel 1781, sposava il cugino Andrea Sanfelice, che ne aveva poco più di diciotto. Due ragazzi: di poca testa l’uno e l’altra; lo sposo, specialmente, sciocco, fatuo, vanaglorioso, fannullone, spendereccio; con pochi mezzi, essendo egli cadetto con assegno non largo, e avendo Luisa, figliuola di un militare, recato scarsa dote. La loro vita di famiglia fu una rapida catastrofe. I tre figliuoli, ch’ebbero l’un dopo l’altro, il maschio Gennaro, e le due femmine.”

La loro vita fu subito disordinata e dissipata: in pochi anni riuscirono a disperdere il patrimonio di famiglia, esponendosi a grandi problemi finanziari.Il Re, invitato dalla madre ad intervenire, ordinò loro di recarsi in campagna “a metter giudizio e racimolar denaro per pagare i debiti” mentre i loro tre figli venivano collocati in convento e i loro beni affidati a un amministratore .

Poiché la situazione non migliorò, il Re passò a misure più drastiche: furono separati e Luisa venne mandata in un Convento vicino a Salerno, mentre Andrea in un altro a Nocera, considerati “luoghi di buon aere e di edificazione”.Questo però non li tenne lontani a lungo, perché Andrea scappò dal monastero e organizzò un rocambolesco rapimento della moglie e insieme a lei tornò a Napoli.Dopo qualche tempo Andrea ricevette un mandato di cattura per debiti, così si diede alla macchia, L’arrivo dei giacobini francesi segnò la fine della loro turbolenta storia d’amore.Luisa non aveva particolari convinzioni politiche, era attratta da feste, compagnia aristocratica, occasioni di incontro e frequentava sia monarchici che repubblicani, era bellissima e Gerardo Baccher, ufficiale del regio esercito appartenente a una ricca famiglia di banchieri di origine svizzera, se ne innamorò perdutamente e iniziò a corteggiarla, trascorrendo molto tempo con lei e la sua famiglia.

Un giorno Luisa scoprì dal suo corteggiatore che i Borboni stavano cercando di riprendere il potere organizzando una congiura con il sostegno finanziario dei Baccher : avevano concordato con gli inglesi di far esplodere delle bombe la città durante una celebrazione per creare caos e poter catturare e uccidere i repubblicani senza troppi problemi. Le vittime della strage erano già state designate; si dice che una croce rossa che significava saccheggio e incendio o una croce nera che significava morte fossero già state dipinte nelle loro case, e che la porta di Luisa fosse stata marcata con entrambi i segni…

ContinuaImmagine: “Luisa Sanfelice in carcere” – Gioacchino Toma, 1875

2 risposte a “Lady Hamilton, Nelson and Neapolitan Patriots: Luisa Sanfelice/I (part 15) by Luisa Zambrota”

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