
Ai tempi di Enrico VIII. il 31 dicembre non si facevano feste per l’ultimo giorno dell’anno, perché l’inizio del nuovo anno veniva celebrato il 25 marzo, “Festa della Madonna” o “Festa dell’Annunciazione della Beata Vergine” (che celebra il giorno in cui a Maria fu annunciata la nascita di Gesù).
Era però un giorno abbastanza importante per i cortigiani, un giorno di preparativi e di attese, perché il 1° gennaio ci sarebbe stato lo scambio dei doni.
A quei tempi il periodo natalizio, i dodici giorni da Natale all’Epifania, stava cominciando ad assomigliare grosso modo al periodo delle festività che oggi conosciamo, ma i regali venivano scambiati, anziché a Natale, il 1° gennaio, giorno in cui i cortigiani tradizionalmente porgevano i loro doni al monarca.
Lo scambio dei doni avveniva principalmente nelle classi più elevate e aveva un grande significato politico. Era un modo per ottenere il favore dei reali, per affermare il proprio status e mostrare la propria ricchezza facendo regali incredibilmente sontuosi.
Tutti dovevano fare un regalo a re Enrico in quel giorno, che veniva registrato in una lista dei regali di Capodanno.
Dopo aver ricevuto il dono, il re poteva mostrare il suo gradimento o la sua insoddisfazione accettandolo o rifiutandolo. Se avesse contraccambiato il regalo, avrebbe certamente dimostrato la sua generosità assicurandosi che il suo regalo avesse un valore superiore a quello ricevuto
I regali di quel periodo variavano parecchio a seconda della quantità di denaro che si possedeva o della vicinanza ai destinatari. I regali popolari includevano tessuti per fare abiti, tende, cinture, ecc., selle, gioielli, camicie di lino, lance, calici, ecc., tutti doni che avevano un’utilità e che raramente sarebbero stati sprecati.
Nel 1532, ad esempio, il re Enrico VIII accettò in dono da Anna Bolena “un insieme esotico di lance di cinghiale dei Pirenei riccamente decorate” e le diede “una serie di tendaggi coordinati per la sua stanza e il suo letto, in stoffa d’oro , stoffa d’argento e raso cremisi riccamente ricamato”.
Lo stesso giorno rifiutò la coppa d’oro regalatagli dall’allora moglie, Caterina d’Aragona, da cui in quel momento stava cercando di divorziare.
L’ambasciatore imperiale, scrisse all’imperatore Carlo V (nipote di Caterina) di questa “coppa d’oro di grande valore e singolare fattura” che il re “non solo rifiutò di accettare, ma sembrò in un primo momento molto arrabbiato con il gentiluomo che si era impegnato a portarla”.
Tuttavia, alcune ore dopo, il Re chiese di rivedere la coppa e ordinò di non restituirla fino a sera, temendo che “la Regina potesse presentargliela di nuovo di fronte ai cortigiani (devant tout le monde), quando lui (il Re) non poteva rifiutare di accettarla”.
Il regalo di Anna Bolena a Enrico VIII due anni dopo fu una fontana da tavolo in argento dorato con acqua di rose in una bacinella in modo che i commensali potessero sciacquarsi le mani, quasi certamente progettata da Holbein. La lista dei regali di Capodanno la descrive come “Un bacile dorato, avente una balaustra o bordo dorato nel contorno, guarnito di rubini e perle, in cui sta una fontana, con attorno un’altra balaustra d’oro guarnita di diamanti, dalla quale sgorga acqua dai capezzoli di tre donne nude che stanno ai piedi della stessa fontana”.
Image: Hans Holbein the Younger Design for a Table Fountain with the Badge of Anne Boleyn





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