Sono quello che ho intorno
non chiamatemi poeta o musicante o altro.
Se vado così spesso alle rive di un lago
è perchè posso essere l’aria che increspa la superficie
o l’acqua calma e scura e profonda.
Sono i sentieri che partono dalla riva e salgono a Brunate
col muschio tra i ciottoli
e alla colma non so più che anno è nè quanti ne ho
sono il bimbo in eterna fuga
col motorino nero troppo grande.
Sono il bimbo con l’arco e le frecce a caccia di ragni
che, attenta!, qui ce ne sono molti.
Sono il ragazzo che guarda le nuvole dall’ alto
con le mani sporche di grasso di catena
che bisogna cambiar corona per arrivare su alla colma.
Sono un suono di armonica tra i fili d’erba e i narcisi.
E alla colma c’è ancora mamma che prepara il pic-nic e sorride
perchè le rubo il plaid per farci iun rifugio sotto il nocciolo.
Oh, lo so che la sera poi si torna a casa
ma io lì lo scrivo, su alla colma
con uno strumento tecnologico.
Lì lo scrivo
sul grande prato dei narcisi
appena fuori dal bosco dei ciclamini.
Lì scrivo di quel sorriso
anche se si nota la mancanza
perchè in realtà alla colma son solo, non c’è nessuno
solo un pò di vento che bisbiglia tra le foglie del nocciolo
un nocciolo che ancora offre riparo dal sole.
Se lo scrivessi a casa, la sera
fingerei quel sorriso
fingerei la mancanza
lì invece è viva e reale.

Una replica a “Alibi by Franco Bonvini”

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