Vi avevo già parlato di un libro bellissimo che racconta, anche attraverso le immagini dipinte ad acquerello, i luoghi dove scrittrici e scrittori amano scrivere. Il libro è “Una stanza tutta per sé. Dove scrivono i grandi scrittori“, di Alex Johnson, illustrato da James Oses, edito da L’ippocampo.
Nel libro scoprirete i luoghi amati da cinquanta scrittori: oggi vi racconto dove scrivevano le sorelle Brontë.

Nel presbiterio di Haworth (il padre Patrick era ministro della chiesa anglicana) Charlotte, Emily, Anne e il fratello Branwell, concepirono le loro opere. Una Work room, non molto distante da quella oggi utilizzata dagli sceneggiatori delle serie televisive.

Le sorelle erano rimaste fedeli a un’abitudine che risaliva ai tempi della zia: riponevano il lavoro di cucito alle nove di sera e incominciavano a passeggiare su e giù per il soggiorno. Era quello il momento in cui parlavano delle storie che stavano scrivendo e si raccontavano gli intrecci.
Cucivano, scrivevano, e si confrontavano sul proprio lavoro in una stanza che fungeva da sala da pranzo, salotto e soggiorno.
Una volta alla settimana ciascuna di loro leggeva alle altre quanto aveva scritto e ne ascoltava i commenti. Insomma, si stimolavano a vicenda: il parere degli altri era un aiuto e un momento di confronto.

Jane Eyre di Charlotte, Cime tempestose di Emily e Agnes Grey di Anne nacquero tutti sul tavolo in mogano usato dalla famiglia per pranzare. Oggi è esposto nella casa-museo dedicata alle tre sorelle.
Ogni sorella possedeva un cofanetto portatile in palissandro, dotato di una serratura e di un ripiano inclinato di velluto: li chiamavano i “cofanetti-scrittoio” e vi custodivano inchiostro, carta da lettere, penne, pennini e altri piccoli oggetti.
In estate le sorelle scrivevano anche in giardino.
Scrivevano anche separatamente ma erano sempre legate ai omenti di condivisione e scambio, erano insomma una singola unità letteraria: le sorelle Brontë.





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