La società
È come il Gabibbo
Hai dentro uno
Che non ha trovato
Un impiego diverso
Se cercassi consensi
Pensa
Saprei anche come farlo
Ma io ho la mia guerra
Non è la tua guerra
Ma lei mentiva
Voleva l’alleanza
I confini del mio stato
Sono la mia epidermide
Ho dato il sangue
Ho curato le ortiche
Rubavamo ciliegie
Facevamo a chi
Arrivava più lontano
A sputare i noccioli
Avevamo quella collana
Con mezzo cuore a testa
La portavi i lunedì
Come se fosse festa
Come fosse Tiffany
Come una principessa
Sai cosa?!
Fottiti
Scrivo solo mentre parlo
Perchè vivo sbagliando
Cercando di fare del mio meglio
Ho camminato sotto la pioggia
Ieri sera
Con una mantella verde
Idrorepellente
Come un pescatore un cacciatore
In mezzo al moderno
Al neon al deserto
È valsa ogni immagine
Ho raccolto dei fiori
Tornando a casa
Sì sì le bocche di leone
Le mettevi dentro
Il bicchiere vuoto di Nutella
Sul comodino della stanza
È bello sapere che stai bene
Anche se sinceramente non
Me ne frega un cazzo 
Sai cosa?!
Mi fotto
Se sei cieco non fare
Domande ad un muto
Potresti aspettare
Di sentire
Una risposta troppo a lungo
E lui di ripeterti gesti
All’infinito
Mi fai ridere
Mi dici che il suicidio
È da codardi ed egoisti
Pensa che così
Tu ci vivi.
In mezzo al moderno
Al neon al deserto
C’era una volta
Un vociare gutturale
Imperativo
Primitivo
Se vuoi banale
Contro cui aveva un senso
Anche lottare
Nel bar per uomini
Chiuso da un pezzo
Quello schioccare di bocce sul viale
Dove giocava mio padre
L’odore di fumo e di rosso
Di croccante e boero
Di Muratti senza filtro
Di Minerva e di ristretto
Il colpo della briscola
Sbattuta sopra il tavolo
Tutti i santi all’aria
Senza scazzi per la diaria
Ti ricordi quando
Giocavamo all’impiccato
Sull’asfalto
Con le patatine da poco
Il vino sottocosto
Una volta mi hai chiesto
“Cosa vuoi fare da grande?”
E quella volta ti ho risposto
“Essere me stesso,
È un lavoro complesso,
Essere un fallito per tutti
Senza esserlo per questo.”
Figlio scemo
Attaccato alla sottana
Della mamma
Con i sandaletti
E le calzette bianche
Come dei centrini
Con una mantella verde
Idrorepellente
Come uno Snorky o una rana
A fare il tifo
Con ogni bambino
Chissà per chi
E chissà
Per cosa.

2 risposte a “Diaspora by Simon James Terzo”

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