Simon James Terzo:

Ciao Valentí, grazie per la tua disponibilità.

In un futuro ipotetico ogni forma d’arte viene messa al bando perchè scomoda al pensiero unico.
Decidi di dissentire e di mettere in salvo quello che ritieni essere utile, se non indispensabile, per la vita, la speranza, la cultura e la libertà dei posteri.
Purtroppo puoi salvare solo tre titoli, uno per categoria, tra queste quattro.
Un libro
Un film
Un disco musicale
Un dipinto
Quali salveresti e per quali ragioni?

Valentì Gómez i Oliver:

Diventa quasi impossibile fare una scelta che abbia un minimo senso: sono tanti i titoli che uno crede di “poter salvare”!! che ho pensato, dal punto di vista teorico, giustificare questa scelta come un esercizio tautologico: è così, e non c’è niente da giustificare.

Salvo tre titoli: un libro, un film e un dipinto.

          Il libro: Fèlix o el llibre de les Meravelles, dell’autore di Mallorca Ramon Llull. Scritto in catalano, verso la fine del XIII secolo, è un opera dottrinale che mescola la narrazione ed il dialogo.Tutta l’opera di Llull è veramente impressionante. Al livello, dicono gli studiosi, dell’opera di Dante o del maestro Eckhart.

          Il film: Roma città aperta di Roberto Rossellini. È considerato come uno dei grandi maestri del cinema. Negli anni 70 ho avuto la possibilità di assistere al corso (due anni di durata) di Cinema e Televisione  del “Centro Sperimentale di Cinematografia” (Roma, Italia), mentre Rossellini era il presidente del Centro. Una esperienza molto pregiata.

          Il dipinto: Guernica di Pablo Picasso. Non solo per il riferimento storico (bombardamento della piccola città basca) ma per quello che rappresenta dal punto di vista simbolico. Dipinto nel 1937, risulta ancora oggi uno dei quadri più notevoli della storia della pittura.

2 risposte a “TR3 – Risponde Valentí Gómez i Oliver”

  1. buone scelte, caro Valenti. Questo tipo di interviste di Simon, sono molto originali, grazie per il contributo! Juan

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  2. Ho avuto la fortuna di vedere Guernica due volte, in due collocazioni diverse, sempre a Madrid. Nei primissimi anni 90, prima che lo spostassero, in una sala enorme, aveva un vetro di protezione davanti. Avevo 15 anni, rimasi impressionata dalla grandezza, non me lo aspettavo. Ne portai casa il poster, è stato nella mia camera fino quando non me ne sono andata di casa. La seconda volta invece, nella sua sede attuale. La sala è molto più piccola, Guernica inghiotte lo spettatore, sei dentro il quadro e non riesci a staccarti. I non colori dell’opera sono irriproducibili in qualsiasi fotografia.

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