la vita resta un’opera incompiuta
una lettera spedita ad un indirizzo che non esiste più
sono passati gli anni dolci delle menzogne
e le poesie per raccontarli si scrivono sul palmo della mano
e si cancellano con l’acqua e il sapone
tra le erbacce immobili, tra le ortiche e le macerie si confonde l’esperienza
il tempo reclama una quinta stagione di quiete
un purgatorio tiepido da dove osservare
il palcoscenico senza protagonista
il teatro senza pubblico
il silenzio
come quello che si sente nelle vecchie fotografie in bianco e nero
con il bordo frastagliato
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