Al termine della notte gli sfuggono gli ospiti,

la luce, il sapore, il suono invadente

la soglia del giorno. 

La fabbrica di legàmi muove i telai, senza

sosta, con squadre di antenati messaggeri

con ceste di datteri,

suggerimenti, consegne. Alla fine, come Drogo,

si muove nel chiaro, in assenza di un nemico,

in attesa di un calcolo.

Scorre fra i sassi per essere detta, la parola acqua

senza dire della forza che la muove al basso.

Nulla, di questa ricca trascendenza, lo raggiunge

sul davanzale del giorno.

Il rumore che rincorre sopra la terra,

e ancora gira, si rigira; dorme male.

[ BlogLink: Gianluca Mantoani ]

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