Il nostro Presidente, l’altro giorno, pare abbia detto che “senza diritti umani non possono esserci né libertà né giustizia”.
Io credo che stia invertendo l’ordine dei fattori. E’ un po’ come affermare che che senza tuoni non ci possono essere fulmini.
Libertà e giustizia non sono un sottoprodotto dei cosiddetti diritti. Riformulo la domanda che ho già posto molte volte in passato: che cos’è un diritto?

Vado di definizione: “Posizione giuridica soggettiva, tutelata dalla legge, che consiste nel potere di assumere un determinato comportamento in funzione dei propri interessi”.
In particolare, Diritti umani: quelli fondamentali che concernono la dignità e la libertà di ogni individuo, proclamati solennemente dalle Nazioni Unite nel 1948.

Prego notare: “Posizione giuridica…tutelata dalla legge“, “Proclamati … dalle Nazioni Unite“.
Qui sta il punto. Senza un garante, qualcuno che doni all’uomo libertà e giustizia, non possono esistere diritti. Non è un’associazione automatica: tu, essere umano, puoi anche pretenderli, ma occorre qualcuno che te li conceda, perché da solo non puoi garantirteli.
Cosa sia la giustizia e cosa sia la libertà istintivamente possiamo arrivarci, sono concetti assiomatici: esigere di possederli è una costruzione a posteriori.

Un cristiano può dire che l’uomo è stato creato libero: o, meglio, è stato creato per la verità, e la verità rende liberi. Allo stesso modo, asserisce che l’unico giusto, che opera sempre secondo giustizia, è Dio stesso: e se talvolta non appare così è perché manchiamo della visione complessiva delle cose. Il completarsi della giustizia non è di questo mondo.
Ma se l’uomo è il frutto di una evoluzione cieca, un animale che parla, il prodotto meccanico di una natura indifferente destinato una volta morto a marcire, che può pretendere?

Senza presupporre un dio, una creazione o un altro mondo parlare di diritti è imbarazzante. Perché lo sappiamo, perché lo vediamo che in questo caso niente li giustifica, e la legge che li tutela è giusta come quelli che la scrivono e che la impongono. Mostratemelo, questo essere umano in grado di garantirli; fatemi vedere quanto davvero siano universali e giusti. A parlare di diritti sono troppo spesso coloro che vogliono imporre le loro particolari visioni per interessi neanche troppo reconditi. Alla prima occasione li tradiranno, giustificandosi. L’unico diritto che governa indiscusso è quello del più forte.

Per questo diffido profondamente di chiunque mi parli di diritti, omettendo di parlare di doveri. Senza dare ciò che è dovuto, a Dio come a Cesare, quello che abitualmente resta sono tracotanza e inganni.

[ BlogLink : Il cielo visto dal basso ]

2 risposte a “Diritto al punto by Berlicche”

  1. Riflessione molto profonda e interessante che condivido nella sua totalità. In particolare, credo che la fede in Dio sia personale e sul suo aiuto non possiamo contarci su questa terra. Per quanto riguarda la legge umana lo Stato (in senso lato, riferito a tutte le nazioni del mondo) e gli organismi internazionali hanno mostrato limiti evidenti in tutta la storia umana. Come dici la certezza è la violenza e l’aggressività, l’emarginazione e la sottomissione, incompatibili con libertà e giustizia. Ci sono gli sforzi individuali, rimangono degli ideali irragiungibili che non bisogna smettere di perseguire.

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  2. Ottima riflessione che condivido . Tral’altro il suddetto personaggio citato all’inizio ha dato ampia dimostrazione di quello che dici.

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