Segue un sentiero di conflitto fra i rovi delle cose,
il nome del possesso, l’indizio del desiderio.
Ma essere posseduti, invece, come di creta respirata
le bambole vive. Come fanno le cose dominanti,
e i demoni mediatori alle volontà screpolate.
Più esseri avuti che essere stati. Alla fine
ad un certo punto, come succede, avendo male,
una domanda radicale apre il fianco della stanchezza.
come una diagnosi incerta, una scelta insicura,
uno sguardo fra perdere e ritirarsi, fra resistere e costruire.
“Come si disperde il fumo, si disperdano i nemici.
Come fonde la cera davanti al fuoco”, così le nostre ali
nel sole. Nella corda di crine legata sul feticcio,
nel sogno delle rose, sconosciute e distanti,
trascritte nel dolore muto, nell’assenza; nella crisi
della presenza. Come un regalo sbagliato, come
un tavolo sparecchiato, come un testo studiato
e ripetuto, soffiato dalle labbra; imparato
e perso
e di nuovo, ancora, imparato
e perso
e ancora, di nuovo, imparato
e perso.
[ BlogLink : Gianluca Mantoani ]
[ foto: Davide Suppo, NSN Fotografie : VillaBecker, Aspettando, 2021 ]





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