O sereno momento del risveglio,
al mattino per la giornata odierna
già un intrattenimento da inventare
una bambina va cercando.
Ti prego che anche stamane,
spassosamente appeso al perno
di tutto il peso suo,
un vispo occhietto,
almeno con ali più eccitate che mai
nella gaia fontanella sguazzando,
il festoso, frettoloso colibrì vivo si faccia.
E c’è ma no, il divertimento mai non basta
e come sempre, prima dalla cameretta
verso fuori, oltre la finestra a guardare,
protende Mariposita il corpo
ma dopodiché, al disordinato groviglio
di fitti e lunghi torciglioni di moquette
muti all’indietro delusi i talloni abbandona
e infine si confonde.
Ma finalmente un insolito profumo di dolciastro
nell’aria irrompe, la ridésta e chiama:
davvero l’ispirazione al gioco venuta stavolta le sarà?
Dal giardino presto viene: è l’imponente albero di fico.
Da un raggio di candido sole attraversata
su del fico i robusti rami
conficcata vertiginosamente
mai notato prima un nuovo luogo
da esplorare pronto compare:
è una casa, proprio in legno costruita.
E come in un sogno, la curiosa novità
in cui la noia di repente è trasformata,
dolce luce, fino al chiaro interno
uno ad uno i piccoli piòli della scaletta
conduce finalmente contenta la piccola
vivace a risalire.


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