Ci passo davanti ogni giorno e stringo il sasso in mano.

La finestra è chiusa e dietro il vetro si muove un’ombra.

Posso coniugare così il verbo chiedere?
Con un sostantivo che sfugge e ugualmente appartiene?

E quando è accaduto?
La prima volta e la seconda e tutte quelle a seguire?

Sto parlando di tempo, della cornice, di una data sul calendario,
come segnarsi le mestruazioni per poi contare ventotto.

Una casella dove mettere ics fiorellini cuoricini.
Punti di domanda.

Ma se non chiedo che cosa ci scrivo?
Voglio un compleanno da festeggiare, candeline per incendiare calendari
e poi soffiare via le ceneri.
Dei desideri.

Succedeva quando ero ammalata? O avevo la febbre?
Stavo a letto? Al buio perché se ho la febbre
la luce fa male.
Volevo vedere la tv ma non potevo perché se ho la febbre
la luce della tv fa male.
Allora, ascoltavo le favole in cassetta e leggevo i corrierini.
Staccavo il poster centrale
Una domenica mattina, me lo ricordo bene era domenica mattina
li ho attaccati tutti sulla tappezzeria che non mi piaceva
e lo scotch l’ha rovinata.

Lì non ho chiesto
il permesso.

Che cosa non ho chiesto?
Il motorino.

Non chiedevo
la soluzione.
Mi sarebbe bastato
avere i dati ordinati,
come nei problemi che si fanno a scuola.

Ma io
sono
disordinata.

Ho avuto.
Tutto.
Quello che
volevo.
Quello che
non volevo.
Tutto.
Quello.
Che.
Non.
Ho.
Chiesto.

In fondo al pozzo del passato dove non arriva la luce
ci sono rane che sguazzano nel fango
un giorno lontano ci sono cadute dentro
o per uno scherzo stupido qualcuno ce le ha buttate.
Hanno smesso di gracidare.


[ BlogLink : LaPoetessaRossa ]

2 risposte a “Le rane hanno smesso di gracidare by LaPoetessaRossa”

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