9 febbraio ’20
“Benvenuti da qualche parte che non è da nessuna parte.”
Ahmad ci accoglie così. E io mi fermo. Immobile. Ci penso. Da dove vengo. Da quale posto vengo. Ci chiede cosa intendiamo per rifugiato. Se si può essere rifugiati a casa propria. Come se qualcuno arrivasse a casa tua e ti dicesse ora vai via, adesso è mia, è la terra che mi hai promesso. E tu lasci tutto. Cosa porti via con te? Non ci pensi neanche. Prendi in mano ciò che ti capita. Ricordati la chiave. Se mai ci tornerai a casa tua. Se mai potrai tornare tra la tua gente. Tra i tuoi amici. Con tua madre. La chiave. Non dimenticartela. E corri via. E non la userai mai più. A casa non ci torni più. Non ci vedo un futuro qui. Ce l’hanno ucciso. Così come i miei sogni. Oltre che i miei amici.

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