Dimmi un po’ cara da questo circo tu cosa ti aspettavi?
Sei arrivata come un piccolo giglio sporco di lacrime, con la speranza, ben celata dai tuoi silenzi, che un giorno quei volti rincorsi dai tuoi occhi stanchi per le strade di Roma potessero rivelarsi amici? Non prendiamoci in giro tu sai soltanto chiuderti.
Lo fai da quando il nonno ti costringeva nel mobile della cucina per punirti, non che fossi una bambina cattiva, lui lo faceva perché era invidioso dell’esuberanza dei tuoi giovani anni. Da quella punizione però hai imparato a chiuderti dentro scatole presunte e poi reali, quindi hai appreso con poca fatica a essere quello che fai per mestiere.
Fai la contorsionista ma in realtà lo sei stata da quando eri poco più che ragazzina.
Cosa credevi che una contorsionista potesse avere un’esistenza semplice e lineare? Ricorda che sei quello che fai per lavoro: sai soltanto chiuderti.
Probabilmente se la vita non ti avesse insegnato così, uno spirito come il tuo sarebbe stato più leggero, destinato a essere sospeso a mezz’aria.
Due erano le strade: il suicido o finire comunque al circo ma al trapezio, come Luca. Lui capriccioso sfidante delle leggi dell’aria ti ha illusa di poter imparare ad aprire tutti i muscoli, cuore compreso, verso l’amore e le stelle.
Guardati cara dove sei adesso: vaghi in questa casa degli specchi che restituisce ai tuoi occhi immagini lunghe e inquietanti, ombre di quella che eri e fantasmi di ciò che sarai. Sei sola.
Non ti biasimerò per averci creduto, uno sbaglio è concesso a tutti.
Poche ore fa, non avresti immaginato che respirare potesse fare più male di quell’antico dolore che provavi tra tibie e ginocchia. Non mentirti. Una parte di te ha sempre guardato alla felicità di sbieco: sei davanti ad uno specchio e ti vedi piccolissima, la tua testa che pare scoppiare non è altro che un’ulteriore scatola e tu sei l’unica prigioniera.
Luca ha mancato il trapezio; a vincere la sua convinzione di essere divino è stata la gravità questa volta; lui ha perso la vita e morendo si è portato via più pezzi di te di quanti ne immaginassi.
Io ti vedo camminare alla ricerca del riflesso migliore perduto per sempre: non potrai più ritrovarlo, lui ha chiuso gli occhi e s’è portato via tutto. Adesso sei sola, come hai sempre pensato di meritare.
Non potrai ritrovarti.
Non tornerà nemmeno la voce, cancellata nell’ultimo grido alla vista del corpo di Luca piegato in tutte le sue giunture e circondato dal sangue.
Non tornerà più nulla di quello che eri.
Ci sei solo tu, circondata da immagini di te reali o presunte, devi solo sforzarti di sorridere quando emergi dalla scatola di metallo pesante dove Marcello ti chiude, per il bene del pubblico devi essere bella e vincente. Per fortuna che dentro tu sai ancora come chiuderti, dentro di te intendo.
Se deciderai di imparare come si vola cara non ti bloccherò.
Tu potrai camminare, aprire una finestra qualunque e buttarti di sotto.
Il suicidio è un atto vigliacco ma in questo mondo beffardo essere coraggiosi non vale poi molto.
Se deciderai di farla finita io sarò dalla tua parte, rinchiusa come sono nella scatola più piccola che ti porti dentro le ossa cara… ecco… io ti comprenderei.
Potremmo finalmente essere libere entrambe.
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