Amo le mappe. Possono condurci fino al confine di terre sconosciute, abbandonandoci lì a esplorare l’ignoto, oppure farci sapere esattamente dove ci troviamo, dove possiamo “muoverci”. Le mappe ci osservano dall’alto, proprio come facciamo noi quando controlliamo dove mettiamo i piedi. Questa prospettiva dall’alto è così comune che spesso dimentichiamo quanto tempo gli uomini abbiano trascorso con lo sguardo rivolto al cielo per poterle disegnare.
Le regole della cartografia di Tolomeo, scritte nel II secolo d.C., derivavano dai suoi studi astronomici. Egli si rivolse alla Luna e alle stelle per allineare le ottomila località note del mondo, tracciando i Tropici e l’Equatore in base alla traiettoria dei pianeti e utilizzando la luce di un’eclissi lunare per calcolare la distanza tra est e ovest. Tolomeo fissò il nord in alto sulle mappe, seguendo la stella polare che rimaneva immobile nel cielo notturno.
Come molti oggi, mi affido alle indicazioni del navigatore quando guido, e uso le app del mio smartphone per orientarmi a piedi o con i mezzi pubblici. Tuttavia, per organizzare un viaggio serio, ho bisogno di una cartina fisica. Senza una mappa, non riesco a comprendere davvero dove sto andando. Prima di partire, devo verificare che forma ha la mia destinazione per farmi un’idea del posto una volta arrivato. Vedere in anticipo se le strade sono disposte secondo una griglia ordinata, si sviluppano in cerchio o seguono un percorso irregolare mi aiuta a immaginare le sensazioni che proverò camminando per quelle vie.
E se non ho una destinazione precisa? Viaggiare con una mappa è l’unico modo per andare ovunque o in nessun posto…
Non importa se raggiungo o meno le destinazioni segnate sulla mappa, quando persino i grandi cartografi del passato raramente si allontanavano dalle loro case. Penso così a Fra Mauro, che nel Quattrocento creò la sua meravigliosa geografia rimanendo nel suo monastero veneziano, raccogliendo racconti dai viaggiatori. Il suo mappamondo è un planisfero databile attorno al 1450, che rappresenta l’Ecumene, ovvero l’intero mondo con tutte le terre conosciute all’epoca. È conservato presso la Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.
Apprezzo particolarmente la bellezza visiva delle mappe! La congettura dei quattro colori stabilisce il numero minimo di tinte necessarie per disegnare una carta del mondo, ma non pone limiti alla creatività artistica.
Le mappe possono distorcere, è vero, ma considero questa una colpa perdonabile. Come si può non sacrificare le proporzioni quando si cerca di rappresentare su un foglio di carta una cosa sferica come il mondo? Ogni tecnica di proiezione cartografica, da quella di Mercatore a quella ortografica, gnomonica o azimutale, introduce inevitabilmente qualche distorsione.
Ogni mappa racconta una storia. Le più antiche e pittoresche narrano di esplorazioni, conquiste e scoperte, ma anche di sfruttamento delle popolazioni indigene. Le carte moderne possono sembrare più caotiche a causa della sovrapposizione di elementi naturali e antropici, ma offrono di continuo nuovi modi di narrare storie.
C’è un solo oggetto che si può considerare superiore alla mappa: l’atlante. Il nome deriva da Atlante, il titano che reggeva la volta celeste. Ho diversi bei volumi di atlanti, che richiedono braccia forti per essere trasportati dallo scaffale al tavolo.
Potrei elogiare anche i globi sferici, soprattutto quelli antichi, venduti in coppia per rappresentare la Terra e il cielo. Ma un globo non è altro che una mappa tridimensionale: nasce come un insieme di spicchi di carta, incollati su una sfera per creare un’immagine completa del mondo. Forse hai mai pensato a quanto ingegno ci voglia per trasformare una superficie piana in una rappresentazione tridimensionale del nostro pianeta?
E che cosa ci attrae così tanto delle mappe? È la loro capacità di rappresentare il mondo in modo comprensibile? O forse è il loro potere di stimolare l’immaginazione, facendoci sognare viaggi in luoghi lontani e inesplorati… Chissà… Probabilmente le mappe sono solo una testimonianza del nostro desiderio innato di esplorare, di scoprire e di comprendere meglio il mondo che ci circonda…
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