by Marisa Salabelle

Dopo aver desertificato il mio cortile davanti casa, il giardiniere si è guardato intorno soddisfatto.
«Devi venire anche sul retro» gli ho detto io. Sul retro sì che è pieno di erbacce, nelle aiuole e tra le crepe del pavimento e dei muri: là sì che potrà diserbare indisturbato.
«Vengo domani: ormai è tardi.»
Erano solo le due, ma ho pensato che dopo una mattinata a disboscare doveva essere stanco e non ho insistito. Il giorno dopo non è venuto. Gli ho telefonato:
«Eh, tu ha’ragione, sono dovuto andare per uffici a far documenti, vengo domani.»
«Questo pomeriggio no?»
«No, no, troppo caldo!»
«Mi raccomando però, domani vieni!»
«Al si’uro, al si’uro. Prima devo andare dalla tu’ vicina a spostarle dei gerani, ma poi vengo da te, non dubitare!»
Il giorno dopo non è venuto.
«Be’? Che è successo stavolta?»
«’Un tu ci crederai… e’ m’è toccato andare a un funerale… è morta la mi’ nonna!»
Giardiniere, giardiniere! A parte il fatto che hai due anni più di me, il che mi fa dubitare che tu potessi avere, fino a qualche giorno fa, una nonna ancora in vita, ma non lo sai che la morte della nonna è una delle scuse più usate di sempre dagli studenti di ogni ordine e grado per giustificare assenze, impreparazione, compiti non eseguiti? E non lo sai che io ho insegnato per 40 anni? Quante nonne di miei alunni avrò seppellito, e qualcuna anche più di una volta?

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