Una volta al mese almeno
La sera prima della partenza
Per il tuo viaggio di turno
Ordinata sul letto
Giaceva una valigia
Nella camera coniugale
All’improvviso non più un viaggio,
Niente più connubio
Né valigia
Né tu
Nella tua nuova organizzata residenza
Dettaglio,
Una finestra
Da dove s’intravvede la cupola
Della chiesa del Mantegna
Compagnia d’arte.
Una cena spartana
Poi un bicchierino o due sulla poltrona
Una domenica o l’altra lucidare scarpe
Esporle all’aria fresca
Sulla finestra del bagno
Su carta di giornale
Pensando al tuo vecchio
Adorata solitudine
Nel giorno dedicato
Ogni novembre
Lieto ti recavi
Alla tomba di famiglia
Che ripulivi dignitosamente
Conservavi antichità
Appartenute ai nostri avi locali
Per rimuginare nell’intimo
Collezionavi riviste tristi
D’economia e fotografia
Sulla mensola semivuota
Della libreria candida e impolverata
Che nessuno poteva ammirare.
Ora, già distratta e spensierata
Per il Liceo ben incominciare
Quando sarebbe venuto settembre
Per il piacere degli amici nuovi
Sarei andata ad abitare
A Mantova.
Ed in esplorazione in piazza delle Erbe,
Al ristorante, subito un omaggio
Il mio primo bicchier di vino poi
Per riconoscenza, a onor del vero
Dissi a tutti quelli che conobbi
Mio padre è americano,
Così sono saltata su a scuola
Il primo dì
Elogio
Dono riservato
Non si poteva dire lo Stato preciso
Quello rozzo, selvaggio e criminale
Tu potenziale poeta astratto.
Ora, che di anni ne ho venti di più
Ancora nei libri
Mi sa di tragedia
L’armonia famigliare
Mentre a te rimangono
In posa su una mensola
Dei vecchi giornali di moda


[ BlogLink : Supera ]

[ Immagine in evidenza: Foto di Dick Bruinsma ]

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