⁃ Sei così dolce tesoro mio, sei così tenero… ti innamori di tutto e io ne sono così felice!

Mia madre quella mattina era più allegra del solito, le sue parole mi accarezzavano il cuore e le mani di tanto in tanto mi pizzicavano le guance. Il riflesso del mare mi restituiva l’immagine del bambino felice ma tragicamente imperfetto che ero.

Non correvo sul bagnasciuga come gli altri, costretto a causa delle mie gambe malate. Lei, mia madre, mi portava tutti i giorni al mare per spingermi al coraggio di affrontare l’immobilità che come avevano detto i dottori non mi avrebbe dovuto accompagnare per sempre.

Dicevano che dovevo soltanto trovare il coraggio di muovere prima un piede e poi l’altro, quindi lei mi portava al mare perché credeva che davanti a quell’immensità prima o poi i miei muscoli, il mio cervello e il mio cuore avrebbero avuto uno slancio verso la vita.

Quel pomeriggio, l’ultimo prima di compiere nove anni, me ne stavo disteso al sole, mentre mia madre parlava. Per lei, ero il miglior confidente che i tormenti del suo spirito potessero desiderare.

Tutto il suo amore mi ha permesso di crescere “speciale” da un lato ma con l’altro che tendeva alla normalità, a ciò che era comune per i ragazzini della mia età: le gambe faticavano a muoversi in maniera regolare e allora mia madre, non sapendo quando la situazione sarebbe cambiata, mi ha insegnato a leggere e a dipingere.

A lei devo il saper correre con la fantasia.

Ogni giorno passato sulla spiaggia con Ada si incideva nel mio piccolo cuore.

Ada, mia madre, per me era il centro del mondo: tesseva con le sue parole i fili della mia crescita, quelli di tutta la mia vita.

A trent’anni mi ritrovai su quella stessa spiaggia, vicino avevo mio padre eppure lo sentivo così lontano. Di lui potevo percepire soltanto l’ombra, accanto sentivo il peso della solitudine che si aggrappava come edera velenosa dai piedi alla testa.

Ero solo al mondo anche se sulla sabbia di piedi ce ne erano quattro.

Come avevano previsto i dottori, il problema che aveva messo in pausa le mie gambe al momento della nascita mi abbandonò: di tanto in tanto una caviglia si bloccava ma crescendo, le difficoltà motorie mi avevano lasciato. Potevo camminare ma ogni volta che correvo visto da fuori sembravo parecchio ridicolo.

Quella mattina, io e mio padre stavamo spargendo in mare le ceneri di Ada, la sua morte si portava via ogni possibilità e senso di meraviglia.

Potevo camminare ma in quel momento ero immobile, albero muto piantato dentro la sabbia.

Lasciai il compito per cui eravamo lì a mio padre che stringendosi nelle spalle riuscì solo a sillabare

-Ce ne possiamo andare

In quel momento mi tornarono in mente le parole di mia madre, sembrava che parlasse ora come allora attraverso il vento

⁃ Tesoro mio nonostante la cattiveria del mondo e del tempo tu ricordati che siamo come queste onde. Nel senso che ci muoviamo avanti, promettimi di non smettere mai di meravigliarti… non smettere mai di innamorarti di tutto

Con la sua giacca larga e il passo svelto mio padre era già lontano mentre io continuavo a farmi accarezzare dal vento con i piedi inchiodati al caldo manto di sabbia.

Veniamo a oggi, compio ottantaquattro anni e sono su una spiaggia molto diversa da quella dei miei ricordi di bambino. Il posto è lo stesso, il litorale di Ostia, il tempo è passato: io sono invecchiato, ci sono molti locali, più macchine e più gente.

Soltanto il mare resta uguale, lo fisso e mi restituisce il riflesso di un vecchio con più rughe che denti.

Mi hanno portato qui figli e nipoti per festeggiare il mio compleanno, dopo la torta stiamo passeggiando tutti sulla sabbia. Guardo la mia immagine mossa fra le onde, ci sono io con il mio andamento ragionevolmente lento che stringo tra le mani stanche il biglietto partorito dalle mani fantasiose dei miei nipotini.

Sono un uomo felice.

Osservo la mia famiglia da lontano: c’è chi si abbraccia, chi riposa e i bambini che urlano e corrono… volano veloci i bambini. Ada, la più grande delle mie nipoti, si è fermata per aspettarmi.

Io resto immobile, davanti a tutta questa immensità di acqua e sole non posso non pensare a mia madre, chissà se sarà fiera del fatto che ho imparato a camminare e a esistere nel mondo… non smettendo mai di innamorarmi di tutto.

Io sono un uomo felice: ho avuto una moglie, tre figli, un bel lavoro, tutti i miei ragazzi si sono sistemati e mi hanno reso nonno.

I ragazzini sono otto ma io ho una preferenza per Ada, non riesco a nasconderla.

Sto fermo, mi pare di riuscire a sentire la voce di mia madre tra il crepitio delle onde. Vorrei tuffarmi, gettarmi tra le braccia del mare e metaforicamente ritrovare Ada, mia madre.

Ada, angelo biondo di otto anni, mi tira per una manica della camicia, mi ha raggiunto e si aggrappa al mio braccio.

⁃ Nonno, nonno… guarda che ho trovato!!! Si può sentire il mare! La regalo a te… cioè mi piace ma è il tuo compleanno!

La piccola stringe tra le dita sottili una conchiglia grossa come un sasso, è una conchiglia però e lei mima il gesto di ascoltare la voce del mare.

Sono un uomo felice, mia madre ha messo sulla strada della bambina che porta il suo nome un regalo per me.

La abbraccio con tutta la forza che posso e le dico

⁃ Bambina mia, tienila pure, sono più contento… ascolta quello che ti dice la conchiglia con attenzione… non smettere mai di innamorarti di tutto!


[ BlogLink : Volevo Essere un’Astronauta ]

2 risposte a “Aurelienne – Coda di lupo ( Fabrizio De André )”

  1. Ho “spigolato”   dopo che lei ha portato il “grano” in cascina nel prato della sua vita e quante spighe dorate ho trovato: “ bambino felice ma tragicamente imperfetto…  “speciale” … che tendeva alla normalità… le ceneri di Ada…  un padre vicino… come edera velenosa…”;  frutti di segno opposto che ben rimandano a De Andre, al coraggio di cambiare, di diventare “Coda di lupo” cercando un Dio a cui credere.

    Il finale però rincuora: “…sono un uomo felice”  e il suggerimento dato alla nipotina … non smettere mai di innamorati di tutto!… è monito prezioso  dal primo, ma soprattutto  nell’ultimo tempo del cammino.

    Piace a 1 persona

    1. grazie mille per questo commento così articolato a una storia che parla di una parte di me… davvero grazie 😊

      Piace a 1 persona

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