Il dolore che percepisco è inevitabile e mi costringe a diventare grande, ad essere un adulto e accettare che cieli azzurri e tersi oppure tempeste di pioggia e vento sono momenti diversi della stessa stagione, a volte dello stesso giorno.

La sofferenza che percepisco è inesorabile e non conosco relazione senza un nucleo di dolore, come se la bellezza non potesse esistere in maniera assoluta e totale, il sole non avesse mai eclissi, la natura selvaggia potesse anche ucciderci, il mare inghiottirci.

Il male che sento fa male ma toglie la ruggine ai pensieri su quali mi aggroviglio ed è forse questo il dolore più forte, quello di spostare orizzonti e prospettive, quando invece vorrei stare fermo a godermi la brezza leggera. Il dolore insegna, attraversarlo fa crescere.


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