Paolo Pecere è un uomo di non ancora 50 anni, è nato infatti nel 1975, è docente universitario di Storia della filosofia ed è al tempo stesso un instancabile, inesauribile e avventurosissimo viaggiatore. Il suo libro Il senso della natura (Sellerio, 2024) è un’incredibile miniera di esperienze, riflessioni, aneddoti, racconti di viaggio e approfondimento filosofico su molte importanti questioni: è un libro che letteralmente ti sopraffà, tanto è ricco e avvincente, avventuroso e colto. Quasi impossibile riassumerlo: cercherò quindi di dar conto dei temi che l’autore ha voluto trattare e del modo in cui li ha organizzati. Il tema portante è quello della Natura e del rapporto dell’uomo con essa. Per parlarne Pecere ha creato sette “sentieri”: la via delle città, quella dell’equilibrio, dell’acqua, degli animali, delle piante, dell’aria e infine la via del ritorno. Attraverso tutti questi percorsi, e con l’aiuto di poeti, filosofi, scienziati, ecologisti, ha cercato di analizzare i rapporti tra l’essere umano e la Natura, di cui è parte. Ha camminato in mezzo ai grattacieli di New York e nella periferia di Roma, si è addentrato nella foresta amazzonica e ha scalato montagne impervie, si è seduto sul bordo di crateri vulcanici, si è immerso nelle acque più profonde. Ha incontrato animali di ogni genere, ha cercato di stabilire un rapporto con loro e con le piante, ha preso in considerazione gli aspetti più nascosti e selvaggi del mondo naturale e le espressioni più estreme della civiltà industriale e urbana. Che cosa si intenda per Natura, in che modo l’uomo, che è parte di essa, sia capace di modificarla, alterarla, sfruttarla fino a mettere in pericolo se stesso e gli altri animali; in che rapporto sia con gli altri animali, e cha affinità abbia con essi; come debba relazionarsi con le piante, che cosa sia il senso del bello e del sublime, e quanto il nostro amore per la Natura non sia in fondo che una costruzione legata alla rappresentazione che ce ne facciamo. Queste e altre mille questioni, e incontri con gorilla, orango, squali e mante giganti, polpi, ulivi e sequoie, grattacieli e bidonville: non c’è verso, l’unica possibilità, per entrare dentro questo libro incredibile che unisce in sé il saggio filosofico col racconto di viaggi e avventure, è leggerlo.

Una replica a “Il senso della Natura, di Paolo Pecere (Sellerio, 2024) Recensione di Marisa Salabelle”

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