Gianfranco Mammi è uno scrittore emiliano e proviene da quel brodo di cultura da cui sono usciti autori del calibro di Gianni Celati, Ermanno Cavazzoni, Paolo Nori, Ugo Cornia. Lo si percepisce da un certo timbro della sua voce, parlo della voce che emerge dal testo scritto, non tanto della sua voce fisica, che non ho mai avuto il piacere di sentire, ma potrei giurare che questa condivida con gli altri autori che ho citato quella dolce cantilena così caratteristica della loro terra. Lo si  legge in alcune parole, ad esempio nell’esclamazione pseudoblasfema Madosca, nell’intercalare Veh, nel tono un po’ svagato degli incipit (C’era uno dei Puviani, il più giovane…), nei personaggi stralunati, dai cognomi improbabili. Tutto questo mi fa pensare a mio fratello Maurizio, che emiliano non era, e infatti la sua scrittura non aveva quella tipica cantilena della Bassa, ma che bazzicava quella combriccola di scrittori, di cui forse faceva parte anche Mammi (non lo so per certo) e che, a sua volta, scriveva di personaggi stralunati dai cognomi improbabili.

Voci dal piano di sotto è una raccolta di 31 racconti, in generale brevi, alcuni brevissimi. I protagonisti sono quasi sempre uomini di mezza età, vengono indicati col solo cognome e si ritrovano coinvolti in vicende stravaganti, raccontate con tono flemmatico, quasi fossero assolutamente normali. C’è quello a cui la testa cresce di qualche centimetro ogni anno, o almeno così gli pare, visto che ogni anno deve ricomprarsi una coppola perché quella dell’anno precedente gli va stretta. C’è quello che ha un vicino di casa che non fa altro che smartellare nel suo garage dove porta gli oggetti più strani, tra cui una rotoballa e un intero lampione stradale alto dieci metri, che chissà come fa a entrare nel garage. C’è quello che, fuori dalla villetta che ha affittato per l’estate, vede due uomini scavare una fossa con gesti uguali e ripetitivi per tutto il giorno, per poi essere sostituiti da altre coppie, di uomini, di donne, di bambini…

Insomma, nel mondo di Gianfranco Mammi succedono le cose più strane, o forse si tratta semplicemente di allucinazioni di cui i personaggi sono preda; sta di fatto che ogni racconto è simile e diverso dall’altro, portando il lettore a divertirsi per l’assurdità delle situazioni narrate, ma anche a inquietarsi per quella che potrebbe essere la verità nascosta dietro ogni esperienza più comune e banale.

Una replica a “Voci dal piano di sotto, di Gianfranco Mammi. Quodlibet, 2024 Recensione di Marisa Salabelle”

  1. […] Voci dal piano di sotto, di Gianfranco Mammi. Quodlibet, 2024 Recensione di Marisa Salabelle […]

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