Per quel che mi riguarda, il libro è prima di tutto una ciambella di salvataggio. Non che ti migliori, a questo credo poco. E neppure che ti sani le ferite. Però ti placa. Alla maniera di un lenimento, di un farmaco di pronto intervento. (…) Il romanzo ha in più che, quando è teso come un fil di ferro, quando scava dentro di te depositandovi nuova conoscenza, quando insomma ti sorprende mostrandoti una nuova faccia del mondo che non conoscevi, allora si fa moltiplicatore di saggezza e di quella pietà laica che non ha bisogno di Dio per convincerti che il mondo è abitato da un solo essere umano, uno solo, e la pluralità è poco più di un’illusione ottica.


Il sorriso di Don Giovanni è un romanzo che ci invita a riflettere sul potere della parola scritta e sulla sua capacità di trasformare la vita delle persone. Attraverso la storia di Adele, Rea ci ricorda che i libri non sono solo oggetti, ma veri e propri compagni di viaggio che ci accompagnano lungo il percorso della vita; la lettura per Adele sembra diventare una vera e propria ossessione, un modo per sfuggire alla realtà e per costruire un mondo interiore ricco e complesso. I libri sono per lei un rifugio sicuro, un luogo dove trovare conforto e comprensione. Tuttavia, la passione per la lettura non è solo un’evasione, ma anche uno strumento di conoscenza e di crescita personale. Adele, infatti, attraverso i libri, impara a conoscere se stessa e il mondo che la circonda.

In un’epoca dominata dalle immagini e dalla velocità, il romanzo di Rea ci invita a riscoprire il piacere della lettura lenta e profonda, a immergerci nelle storie e a lasciarci trasportare dalla magia delle parole.

QUI potete leggere la mia recensione.


[ BlogLink : Il Mestiere di Leggere ]

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