Aprile si è rivelato un mese di intense esplorazioni letterarie, un vero e proprio passaporto per mondi lontani e prospettive inedite. Gli otto libri che hanno popolato il mio comodino mi hanno condotto in un affascinante tour virtuale, toccando geografie e anime diverse.

Il mio viaggio è iniziato tra le familiari ma sempre sorprendenti atmosfere italiane, per poi catapultarmi nel silenzioso e suggestivo paesaggio norvegese. Da lì, un salto culturale mi ha proiettato nella vibrante e complessa realtà di Taiwan, per poi condurmi nel cuore pulsante della Nigeria e infine sulle coste intrise di storia della Somalia.

Questa immersione in culture e società così distanti tra loro è stata resa possibile dalla mia passione per quei libri che aprono finestre sul mondo, che narrano storie di vita vissuta in contesti differenti, che svelano le dinamiche sociali e le sfumature dell’animo umano in ogni angolo del globo.

Ho spaziato con curiosità tra generi letterari che, come tessere di un mosaico, hanno composto un quadro ricco e sfaccettato. Mi sono addentrata nelle inquietanti premonizioni di un romanzo distopico, ho condiviso le intime riflessioni di un memoir toccante, mi sono persa tra le intricate dinamiche di una saga familiare che ha attraversato generazioni, ho vibrato con le emozioni delicate di un romanzo intimista e, infine, ho arricchito la mia consapevolezza con un saggio illuminante dedicato ai cruciali temi della sostenibilità ecologica.

Ogni libro è stato un compagno di viaggio prezioso, un narratore silente che mi ha sussurrato storie, tradizioni, sfide e speranze di luoghi e persone diverse. Questa polifonia di voci e di esperienze ha reso il mio aprile letterario un’avventura indimenticabile, un promemoria della straordinaria capacità della letteratura di connettere cuori e menti al di là di ogni confine. E già non vedo l’ora di scoprire quali nuovi orizzonti mi riserveranno le prossime pagine.

Ecco le mie letture di aprile:

Andrea Bajani, L’anniversario

Lars Elling, I principi dello stagno Finn

Lin Hsin-Hui, Intimità senza contatto

Ayọbami Adébáyọ, Resta con me

Kevin Chen, Città fantasma

Michele Ruol, Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia

Roberto Danovaro, Restaurare la natura

Saba Anglana, La signora Meraviglia

Il libro del mese di Aprile

Con la consueta cura e l’entusiasmo che anima la scelta di ogni nuova lettura, mi trovo oggi a condividere una decisione tutt’altro che agevole. Il panorama letterario del mese appena trascorso si è rivelato un fertile terreno di scoperte preziose, ognuna con la propria singolare bellezza e capacità di risuonare nell’animo. Tuttavia, tra le molteplici voci che hanno saputo catturare la mia attenzione, una in particolare ha saputo distinguersi per la sua intrinseca forza e originalità.

Il libro del mese è dunque l’opera d’esordio narrativo di un autore italiano che ha saputo stupirmi profondamente. La sua maestria formale, la nitidezza della sua scrittura e, soprattutto, la delicata sapienza con cui affronta un tema così gravoso come il lutto per la perdita dei figli, senza mai cedere alla tentazione di facili sentimentalismi o retoriche convenzionali, ne fanno un’esperienza di lettura intensa e indimenticabile.

Mi riferisco a Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia, un titolo evocativo che già di per sé preannuncia la natura intima e dolorosa del racconto. Michele Ruol ci conduce attraverso le intricate pieghe del dolore genitoriale con una sensibilità rara, toccando le corde più profonde dell’emozione umana. La sua scelta di una narrazione non lineare e il racconto affidato agli oggetti che abitano la casa ed evocano ricordi e frammenti di passato, si rivela un espediente stilistico di grande efficacia, permettendoci di addentrarci gradualmente nel labirinto di sentimenti e ricordi che attanagliano i protagonisti.

Attraverso frammenti di vita, pensieri sussurrati e silenzi eloquenti, il lettore è chiamato a ricostruire, passo dopo passo, la complessa verità che avvolge la perdita dei figli. Proprio come accade ai genitori, siamo condotti a comprendere, con una lucidità talvolta spiazzante, che l’imperfezione è un tratto ineludibile dell’esistenza, persino nei legami più sacri e idealizzati. È un processo simile alla paziente ricomposizione di un puzzle, dove ogni tessera ritrovata e collocata con cura contribuisce a svelare, lentamente ma inesorabilmente, il disegno complessivo.

Un’ombra di malinconia pervade l’intero romanzo, accompagnandoci in ogni pagina e sottolineando la profondità del trauma subito. Eppure, inaspettatamente, nel cuore stesso di questa sofferenza palpabile, si insinua un tenue filo di speranza. Quasi una luce fioca all’orizzonte, questa piccola scintilla finale riesce a rischiarare, seppur timidamente, il futuro dei due genitori, offrendo un fragile ma prezioso spiraglio di consolazione. Inventario di quel che resta dopo che la foresta brucia non è solo un libro, ma un’esperienza emotiva intensa e catartica, una testimonianza potente della resilienza umana di fronte al dolore più straziante.

Quali sono i libri che più vi hanno colpito in questo mese di letture? O quali vorreste leggere?

Una replica a “Il libro del mese – Aprile 2025 by Pina Bertoli”

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