Recitare fandonie
È la sfida migliore
Da suggerire ai cristalli
Che mimano vorticanti
Quel che saluti “MIA FORZA”.
Ma quanto io valga
Crederei di poter valere
Se fosse la zecca
La mia ulcera sulla lingua,
E il mio respiro d’angelo
Trafitto dal sole,
L’avorio, il quarzo,
L’antracite, l’argento,
O l’anima e l’oro,
Quel che si morde per
Ingozzarsi di amori
Infedeli come gli spazi.
Prezzi, tariffe,
Scotti e dazi,
Che nella vita non valgono
Un soldo.
Più ferace dell’unghia
Di un diamante,
Il corno rubato all’ariete
Che mima turbinante
Quel che chiami “MIA VITA!”

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