Yuval Harari, nel suo ultimo libro (con aspetti altamente discutibili), sostiene, nella sezione dedicata alla transizione dalla Civiltà Sapiens a quella dell’Intelligenza Artificiale, che noi Sapiens abbiamo perso la capacità di annusare, di prestare attenzione e di sognare. Da notare che l’autore parla di antichi Sapiens che usavano queste capacità per autodifesa. Ci concentreremo sul sognare. Afferma: “Molte culture credevano che ciò che le persone vedono e fanno nei loro sogni non fosse meno importante di ciò che vedono e fanno da svegli. Pertanto, le persone hanno sviluppato attivamente la capacità di sognare” (p. 394, libro citato).
La notte scorsa ho fatto diversi sogni. Devo confessare che pratico l’arte del sognare. Mia madre, la signora L., lo faceva, e l’ha aiutata a dedicare parte della sua vita alla comprensione di ciò che sarebbe accaduto. (Mia nonna Francesca e mio zio Pascal lo facevano per vincere alla lotteria.) Io li uso per scrivere e a volte anche per comprendere la mia realtà. Nel sogno, ho visto un cane morire di sete (anche se poi si è rianimato), ma mi sono svegliato per comprendere la fine della vita. L’IA esperta risponde: “Questo rivela una nuova missione che mi richiederà molto”. L’interpretazione può essere libera; si può accettare la risposta dell’algoritmo, che nasce da milioni di opinioni, oppure avvicinarsi a un processo a cui assisteremo: la sostituzione di alcune capacità dei Sapiens con altre che saranno concentrate nella civiltà delle macchine.
La perdita di capacità come l’olfatto, il sogno e l’attenzione… è quasi avvenuta. Yuval Harari sottolinea che “il passo successivo è la perdita della capacità di tollerare confusione, dubbio e contraddizioni”. Queste ultime tre, che pratichiamo quando prendiamo decisioni, possono essere mediate dall’IA, tramite chip impiantati che modificano il nostro comportamento. Potremmo anche dire che è la fase successiva in cui l’IA si approprierà di queste reazioni tipicamente Sapiens.
Sì, lo so che mi stai dicendo di smetterla! Che è un cambiamento troppo radicale e che preferiresti continuare a essere un antico Sapiens… —Anch’io. Ecco perché pratico la capacità di sognare e, nello yoga, la capacità di respirare. E uso sempre i miei dubbi per diventare un Sapiens più intelligente.
Cosa pensi di fare?
Note:
Pagina 394, Homo Deus, Yuval Noah Harari. Breve storia del domani. Ritratti di Irving Pen.





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