Hanno ucciso Habibi, di Shrouq Aila, è un libriccino di sole 86 pagine ma pesa una tonnellata. L’autrice è una giornalista palestinese: nel 2021 ha sposato Roshdi, un collega con cui aveva condiviso un’intensa esperienza lavorativa. I due si erano innamorati, di più, avevano sviluppato una rarissima sintonia tra di loro, si erano sposati dopo aver costruito e arredato con amore un bell’appartamento a Gaza City, avevano avuto una bambina, Dania. Erano felici. Il 22 ottobre 2023, pochi giorni dopo l’attentato del 7 ottobre e l’inizio dell’attacco di Israele a Gaza, durante un bombardamento Roshdi è morto. Rimasta vedova, con una bambina di undici mesi, in una città sotto attacco, Shrouq non ha avuto nemmeno la possibilità di elaborare il suo lutto. Dopo quel giorno terribile ha dovuto arrabattarsi per tenere in vita la sua bambina, tra bombardamenti, sfollamenti, fame, terrore. Oltre a questo ha continuato, come ha potuto, il suo lavoro di giornalista, raccogliendo testimonianze e girando video. Nei brevi capitoli di cui è composto il libro la donna descrive le gravissime condizioni in cui si è venuta a trovare, parla delle sue difficoltà nel compito di sfamare la sua bambina, dell’impossibilità di rispettare le più elementari norme igieniche, delle fughe da un rifugio all’altro, del freddo nelle tende, della sua casa distrutta e persa per sempre, e dell’uomo che amava e che la rendeva felice. E del dovere che nonostante tutto ha sentito di continuare a lavorare per far conoscere al mondo la tragedia del suo popolo. Durante i due anni della guerra di Gaza oltre 250 giornalisti, forse 300, sono stati uccisi.
Nota:
Shrouq Aila ha un profilo Instagram: shrouqaila.





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