L’opposizione fa propaganda affermando che impediremmo l’educazione sessuale nelle scuole. La legge sul consenso informato ha piuttosto lo scopo di non creare confusione nei bambini insegnando le cosiddette teorie gender, cioè teorie secondo cui accanto ad un genere maschile e femminile ci sarebbero altre identità di genere che non sono né maschili né femminili.

Siccome l’articolo 30 della Costituzione attribuisce innanzitutto ai genitori il compito di educare i figli, riteniamo giusto che siano i genitori di minori a decidere se far frequentare ai figli adolescenti lezioni sulla identità di genere dopo aver avuto adeguate informazioni sul contenuto dei corsi.

In questo caso non sarà più possibile per associazioni ideologizzate far propaganda, spesso retribuita dai contribuenti, nelle scuole: le lezioni dovranno essere affidate a professionisti seri: psicologi, medici, docenti universitari. La riforma del consenso informato rappresenta un passo avanti nella cultura del rispetto e non certo «un passo indietro».

Giuseppe Valditara Ministro dell’Istruzione e del Merito

Fonte: https://www.mim.gov.it/-/l-educazione-sessuale-in-aula-e-il-consenso-informato-l-intervento

Parto con una citazione diretta del testo a cui allego la fonte di provenienza perché mi par di capire che alla fine della storia tutto si riduca all’atavico terrore delle cit., “teorie gender”.

Provo una certa difficoltà nello scrivere, un fastidio che diviene franca nausea, disgusto, se penso che chi si trova al governo è quanto mai sconnesso, scollegato dalla realtà circostante. Sembra ironico, qualcosa di fantascientifico eppure mentre fior di premier (nemmeno invitati) si recano alle migliori kermesse dove gira il cash, quello importante, noi persone normali che nella quotidianità siamo immerse, ci ritroviamo a dover affrontare problematiche serie e pregnanti.

L’educazione sessuo-affettiva (di cui ammetto, il nome non mi entusiasmi troppo), di certo non è propaganda.

Lo sapete cos’è la sessuologia? Cosa si intende per sessualità? Cos’è accompagnare prima un bambino, poi un preadolescente successivamente adolescente alla scoperta di sé, del proprio mondo interno ed esterno?

Una società -con le sue agenzie educative- cosa dovrebbe mai fare?

Limitare, escludere o ridefinire i temi con cui un bambino o un adolescente oggi si trovano a interagire (bullismo, cyberbullismo, relazioni abusanti, gestione dei rapporti interpersonali, per citarne alcuni), è una violazione dei diritti. A me sconcerta che ancora si pensi che parlare di omosessualità comporti che si possa indurre una persona a diventare omosessuale oppure (come ho letto su un quotidiano stamattina) che “la moda trans nelle scuole finalmente è finita”.

Sono perplessa, mi rendo conto che avrei potuto concepire un post di quelli belli.. fatti con i nastrini, magari allegando un mio progetto personale (come ho visto fare a molti colleghi), ma la questione è che così non possiamo andare da nessuna parte e di questo, la cronaca ce ne mostra la realtà.

L’adolescenza non è fatta di nastrini ma di incertezza e violenza -fisica, verbale ed emotiva- auto ed eterodiretta; impedire di trattare tutto ciò che appartiene al ciclo di vita della persona, fingere che certe cose non esistano, rischia di fare il gioco di ciò che cerchiamo di contenere; questo crea infatti malessere, solitudine, sofferenza quindi violenza.

Un bacino di contenimento protetto come quello scolastico in cui professionisti adeguatamente preparati, abili nell’uso di un linguaggio coerente con la tappa di sviluppo e del ciclo di vita delle persone che si trovano innanzi, capaci di creare una alleanza comunicativa ed emotiva, è una della poche piccole spiagge che ci resta per cercare di recuperare questi bambini – i nostri bambini- questi ragazzi -i nostri ragazzi- indipendentemente dall’identità di genere o dall’orientamento sessuale.

Viviamo in una società che ha paura è questa la vera regressione, il vero passo indietro socio culturale. Trovo ironico che la maggioranza degli esponenti di questo governo che tanto ha a cuore la famiglia e il benessere dei bambini, sia poi separato, divorziato o invischiato in strane relazioni amorose.

Mi accodo, pertanto, all’appello fatto dal CNOP (Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi):

“Secondo il CNOP, l’educazione affettiva e sessuale “deve essere parte integrante del Patto di corresponsabilità tra scuola, famiglie e studenti, come base per un’alleanza educativa capace di promuovere autonomia, rispetto e consapevolezza”. “Un’educazione affettiva e sessuale fondata su basi scientifiche, rispettosa dei valori familiari e condivisi, aiuta a sviluppare empatia, responsabilità e capacità di riconoscere e gestire le emozioni. È un presidio di salute psicologica e sociale, non una minaccia. Confidiamo che il Legislatore valuti con attenzione ogni iniziativa in materia, affinché la scuola resti luogo di conoscenza, dialogo e crescita emotiva, nel rispetto della dignità di ogni persona”, conclude Gulino”.

“Agisci come se quel che fai, facesse la differenza. La fa”.

William James

Dott.ssa Giuseppina Simona Di Maio,
Psicologa Clinica, Albo degli Psicologi della Campania n.9767
Esperta in Disagio giovanile, devianza sociale e comportamenti a rischio,
Esperta in malessere adolescenziale e adolescenza
Psicologa scolastica,
Svolge attività di prevenzione, diagnosi e cura per la persona, i gruppi, gli organismi sociali e la comunità

Una replica a “Educazione sessuo-affettiva: il tabù che non ti aspetti. by Giusy di Maio”

  1. Sottoscrivo tutto, ma proprio tutto, Gulino fa un’analisi non ideologica ma logica.
    La sessualità credo sia come un prisma con tantissime sfumature e non da oggi da sempre, proprio perché strettamente connessa alla nostra mente.
    Per questo non può essere domata o compressa, rimuovere questi e’ pericoloso ed aumenta i disagi proprio nella fase dell’adolescenza.
    La famiglia deve esserci ma sostenuta da professionisti.
    Grazie!

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