“A differenza di Dio, i superumani del futuro possono ancora morire in guerra o in un incidente, e nulla può riportarli indietro dagli inferi. Tuttavia, a differenza di noi mortali, le loro vite non avranno una data di scadenza. […] Il che probabilmente li renderà le persone più ansiose del mondo.” (p. 37, Homo Deus, Yuval Noah Harari)

Forse questa citazione di Harari ci porta a confermare ciò che già osserviamo: il presente si sta espandendo in uno spazio indefinito, con alti e bassi e circostanze incontrollabili. Studierò catalano e italiano per sei ore a settimana presso una ONG con 4.000 membri. Lì tutti sono volontari e pagano 50 euro all’anno. Il maestoso edificio è di proprietà del comune. Ma si vedono solo uomini e donne (che frequentano quasi 100 corsi diversi) tra i 65 e gli 85 anni.

Qui, il presente si è espanso, non è vero?

I miei nonni sono morti. A 50 anni (gli uomini) e 60 (le donne). Non serve essere sovrumani per dedicarsi ad attività intellettuali fino a quasi 90 anni. Basta una buona dieta, andare in palestra e partecipare a gruppi di conversazione.

Vedo questo presente esteso ogni giorno della settimana tra i miei compagni di classe. E se ti iscrivi a un corso di lingua in un’accademia, è probabile che i tuoi compagni di classe abbiano tra i 30 e i 40 anni. Questo porterà a conversazioni, richieste e intrighi.

E una volta alla settimana trascorro tre ore a fare ceramica con compagni di classe tra i 25 e i 40 anni, in un piccolo paese incastonato tra dolci montagne. Lì sviluppo la mia capacità di esprimere i miei desideri con le mani.

Ti sto dando una ricetta, caro lettore? Forse.

Quando dirigo i Masticadores, cerco di far sì che persone provenienti da diverse città del mondo (e dalle loro lingue) esprimano le proprie iniziative, si assumano rischi e costruiscano progetti per gli altri. Di recente, insieme a Robbie Cheadle, abbiamo creato una sezione su LatinosUSA. Dove vive questa scrittrice? In Sudafrica.

Il presente prolungato ha fatto la sua comparsa. Questi 30 anni, dagli anni ’60 agli anni ’90, porteranno grandi iniziative di collaborazione all’Umanità.

“Buongiorno. Dov’è la lezione di italiano?”

“Al secondo piano”, —rispose la mia collega ottantenne. Salii al piano di sopra e, prima di entrare, mi sedetti accanto a una donna. Ci presentammo. Disse:

“Sono l’insegnante di italiano. Ho vissuto quasi tutta la mia vita a Milano e ora sono in questa città da quattro anni”. —Dedussi che avesse più di 70 anni.

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