Per fortuna che fuori piove.
E su ogni goccia che scende si appoggia
un sentimento caldo e fragile,
come una foglia che porta ancora il tepore del ramo
da cui si è staccata.
La mancanza arriva come un vento morbido,
che sfiora prima di passare,
che tocca i bordi dell’anima e i lembi della pelle,
come dita che provano a ricordare un corpo.
C’è ciò che rimane stabile e qualcosa che si affaccia sul
sospeso come una nebbia che profuma di terra bagnata,
di qualcosa che vorrebbe avvicinarsi
ma resta a un passo dallo sconfinare sul suolo scivoloso.
E dentro, intanto,
una brace nascosta respira piano,
si accende e si ritrae,
lasciando un calore lento, intenso,
che arrossa il pensiero senza farsi vedere.
E mentre la pioggia continua,
ogni goccia diventa un confine lieve:
acqua che scivola,
desiderio che pulsa,
entrambi silenziosi,
entrambi inevitabili,
entrambi vivi.
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