Quante volte nella mia vita ho fatto qualcosa che trovavo ripugnante e che non capivo nemmeno! Ma ero spinto da una forza segreta a cui non potevo resistere (Casanova, Storia della mia vita, p. 83).
Aleggiano dentro di noi, ricordi amari di decisioni, amicizie, uso di influenze: accordi finiti male, appuntamenti con un amante che si sono conclusi con una notte ridotta in cenere, o quella scappatella senza amore, o quel lavoro nauseabondo che abbiamo sopportato perché pagava l’affitto o dava da mangiare ai nostri figli, o quella madre o quel padre che ci fa sempre rivoltare lo stomaco.
E potrei continuare?
Stamattina, prendendo un caffè con un giovane collega, mi ha chiesto di quel periodo alla fine del franchismo (1975) che alcuni ricordano con un certo affetto.
Avrei potuto dire molte cose, e l’ho fatto: per esempio: le multe che la polizia antisommossa infliggeva nel ’75 a chi si baciava sulle Ramblas, in quello spazio dove già regnava la libertà; o quella stazione di polizia di Clot dove ho giurato fedeltà alla Spagna: orribile, sporca, brutta e piena di poliziotti antisommossa; o le lamiere degli edifici dove tutti gli appartamenti erano di edilizia popolare; o l’inesistenza dell’IVA; o quel tizio in un hotel che si è rifiutato di lasciarmi fare sesso con un’amica, perché uno straniero non poteva andare a letto con una ragazza spagnola. E potrei continuare…
Ah! Dovevo parlare delle cattive decisioni che abbiamo preso e di cui ancora ci pentiamo.
Beh, te ne dico una: essere diventato un leader studentesco così giovane, e la lite si è conclusa con la mia espulsione dall’università! Ma questo mi ha portato a Barcellona, e la mia vita è cambiata da una società dominata dalla ripetizione dell’infamia a una che desiderava crescere e autogestirsi. E mi sono unito a quella generazione che ha portato la Transizione in Spagna, in una società così desiderosa di cambiamento, ma è riuscito a instaurare la democrazia.
A volte una cattiva decisione ti porta a una buona e saggia.
That´s all folks! (Bugs Bunny)





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