Guardo dal letto, come sempre il soffitto
e la mia stirpe mi batte nelle ossa
come un tamburo che non si spegne
e il mio volto diventa un tramonto muto.
Mia madre corre nei sogni;
io fuggo da una volpe gigante.
Nel McDonald’s illuminato
la fame è un gaslight nello stomaco,
un ratto che scava nella notte.
In Kootenay la polvere regna,
e io cerco ancora un nome per il vuoto.
Non sono del gregge biondo:
sono un gomito che spinge nel mondo.
E continuo a credere
che l’amore possa arrivare senza ferire,
docile come un animale
che finalmente riconosce la mano.


[ SiteLink : Upside Down ]


Lascia un commento

arcipelago di cultura

Scopri di più da MasticadoresItalia

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continua a leggere