È più facile scrivere dieci volumi di filosofia che mettere in pratica una singola regola, non importa quale. (Tolstoj, Diari (1847))
Sebbene cerchi di aggrapparmi ai miei sogni, che nel mio caso sono profondi e vividi, devo ammettere che alcuni sfuggono. Come quello di ieri sera: una donna si è rifiutata di pagare qualcosa per un anno.
E cosa succede quando cancelliamo i sogni? Diciamo al risveglio: non devo dimenticare! Oggi alle 9 del mattino, quando stavo uscendo da yoga, questo era scomparso.
L’intelligenza artificiale di Google dice a questo proposito:
“Elaborazione emotiva: i sogni sono un modo per elaborare emozioni ed esperienze. Una volta elaborate, il cervello potrebbe non aver bisogno di conservarne i dettagli specifici.”
Rifiutarsi di pagare spesso significa un ricordo inconscio di ingiustizie subite. I debiti emotivi riemergono sempre! Quelli che consideriamo dimenticati, eppure il nostro cervello li individua e li ricostruisce vividamente. Viviamo in una società in cui convinzioni contrastanti contaminano tutte le nostre decisioni. In agguato ci sono quelle risposte, o decisioni di familiari, che tornano ricorrentemente a tormentarci. Oppure fanno capolino per dirci che siamo un presente con emozioni passate pronte a riaffiorare. Ma c’è una grande differenza tra i sogni e il nostro presente. I sogni sono brevi, vividi, imparziali e persino goffi. E si risolvono rapidamente, spesso con l’interruzione del sonno. La vita reale è lenta, contorta, con alleanze di amore o odio, o apatia. E le decisioni accumulano errori o successi. E tra entrambi i processi, la memoria e l’identità giocano il loro ruolo.
Qui nasce la frase di Tolstoj: mettere in pratica una regola a volte sembra difficile. E chi non controlla le proprie emozioni finisce coinvolto in un omicidio, o in un’alleanza negativa.
Siamo in un’epoca in cui i leader politici abbondano di queste dichiarazioni, che sono rese credibili solo dal loro stesso discorso: quando Trump dice di essere l’architetto della pace, e sappiamo tutti che il suo riflesso è la sua stessa ambizione; O quando Putin afferma di non volere la guerra e invia 200 attacchi aerei al giorno contro il suo nemico, l’Ucraina; e potremmo continuare così con… Maduro in Venezuela?
Questi sono tutti discorsi in cui la verità è chi parla: il potere.
Ma stavamo parlando di sogni. Immaginiamo per un attimo quanti debiti non pagati hanno questi leader, che se il loro cervello non cancellasse i loro sogni, ci troveremmo con leader ancora più instabili emotivamente. Meno male… sognano.
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Nota: il cervello potrebbe essere progettato per dimenticare dettagli non importanti per evitare un sovraccarico di informazioni, mantenendo così una memoria efficiente.





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