*
fingere di vivere davvero
sì facciamo che tutti eravamo
sì facciamo qualcosa
di più sacro e sensato
qualcosa che somigli alla vita
sì giochiamo pure insieme a gli altri
giochiamo a fare teatro!
(niente di più calzante vista
la totale finzione)
in un angolo del cortile
con un lenzuolo per sipario
*
per l’amoroso attrarsi delle orbite
o per un affamato incavo nero
che tutto ingoia
buio e luce a rincorrersi fondersi perfino
mentre qui proprio qui
fuori dalla finestra
quanti diluvi diverbi quanti errori
da esseri che tanto mi somigliano
ecco ecco la colpa
la colpa è la prova
la prova che inchioda
vostro onore è il disonore la prova
dell’umana irresponsabile esistenza
di questa mia condanna a solo assistere
non esistendo
ma come poi potrò testimoniare
se non esisto?

Le poesie di Annamaria Ferramosca contenute nel libro Luoghi sospesi si caratterizzano per un linguaggio denso di riflessioni sul significato dell’esistenza, la finzione della vita e la tensione tra la realtà e il non realizzabile. Le due poesie forniscono uno spunto interessante per analizzare la poetica dell’autrice, in particolare dal punto di vista strutturale, immaginativo, linguistico, semantico e del messaggio.
La struttura delle due poesie è aperta e frammentata, un aspetto che le accomuna. La poetica di Ferramosca si fonda su una discontinuità formale che rispecchia la frammentazione dell’esperienza e della riflessione umana. Le due poesie si sviluppano con un flusso di coscienza che rende difficile tracciare una progressione lineare e chiara degli eventi o dei pensieri. In entrambe le poesie, i versi non sono chiusi, ma piuttosto si susseguono in una maniera che suggerisce il processo di pensiero continuo e il flusso interrotto della riflessione.
Nella prima poesia, “fingere di vivere davvero”, la struttura è fatta di frasi brevi, domande, imperativi e ripetizioni che sembrano suggerire un invito alla riflessione collettiva. C’è una sorta di chiamata all’azione, ma con una consapevolezza che ogni gesto rimane privo di sostanza: “sì facciamo” e “giochiamo a fare teatro” rivelano la finzione della vita.
Nella seconda poesia, “per l’amoroso attrarsi delle orbite”, la struttura è ancora più dispersa e frammentata, con l’uso di versi irregolari e un continuo passaggio da un pensiero all’altro. La domanda “ma come poi potrò testimoniare se non esisto?” rappresenta il culmine di un’inquietante riflessione sulla fuga dell’esistenza. Le immagini nelle poesie di Ferramosca sono fortemente simboliche e costruite attraverso l’uso di metafore potenti, che esplorano concetti filosofici ed esistenziali come la finzione della vita, la colpa, l’irresponsabilità umana e l’incompiutezza dell’essere.
In “fingere di vivere davvero”, l’immagine del sipario nel cortile, con un lenzuolo come separazione tra la realtà e la finzione, è una metafora chiarissima della vita come teatro, in cui le persone sono attori che recitano ruoli senza mai essere autenticamente sé stesse. Il sipario suggerisce la separazione tra la verità e la menzogna, tra ciò che appare e ciò che è realmente. La finzione è il tema centrale e questa immagine diventa un simbolo di una vita vissuta solo in superficie, in un continuo “gioco” di ruoli. Nella seconda poesia, “per l’amoroso attrarsi delle orbite”, Ferramosca fa ricorso a immagini fortemente evocative. Le orbite che si attraggono richiamano un’idea di necessità e inevitabilità, ma anche di una relazione che si sviluppa tra poli contrastanti, come il buio e la luce. L’incavo nero che “tutto ingoia” è un’altra immagine potente che simboleggia l’assorbimento della realtà e l’annientamento del senso dell’esistenza. Qui, la luce e il buio si fondono e si rincorrono, creando un’immagine dinamica della realtà come contraddittoria e incompleta.
Il linguaggio di Ferramosca è denso e complesso, fatto di ripetizioni, imperativi, e frasi incompiute che danno un senso di fluidità e instabilità. La sua scrittura gioca molto sull’interrogazione e sul dubbio, un aspetto che si riflette nella sintassi. La poetessa usa una lingua secca e diretta, ma anche piena di sospensioni che sembrano rispecchiare un pensiero che si frantuma e si riprende continuamente. Nella seconda poesia, il linguaggio è più astratto e filosofico. L’uso di interrogazioni come “come poi potrò testimoniare se non esisto?” crea una riflessione sul dubbio esistenziale che è centrale nella poesia: l’io poetico si interroga sul proprio ruolo e sulla propria capacità di testimoniare un’esperienza che non è mai del tutto afferrabile o comprensibile. Il messaggio nelle poesie di Ferramosca è esistenziale e filosofico, affrontando temi come la finzione della vita, la colpa e la necessità di testimonianza in un mondo che sembra, però, sfuggire. La poetessa esprime un senso di disillusione nei confronti della realtà e della possibilità di verità.
In “fingere di vivere davvero”, la poetessa invita a prendere coscienza della vita come una sorta di recita collettiva in cui tutti fingiamo di essere qualcosa che non siamo, in un gioco di maschere e ruoli. La finzione sembra diventare la condizione inevitabile della nostra esistenza, un po’ come un “teatro” in cui la verità non è mai svelata, ma sempre nascosta dietro il sipario. In “per l’amoroso attrarsi delle orbite”, il messaggio si sposta verso una riflessione sulla colpa e sulla responsabilità dell’esistenza. Il poeta si interroga sul suo ruolo in una realtà che sembra sfuggire alla comprensione e alla possibilità di verità. La domanda finale – “come poi potrò testimoniare se non esisto?” – è il culmine di una riflessione sulla fragilità dell’esistenza e sull’impossibilità di essere testimoni di qualcosa che non si riesce a comprendere completamente. La poetessa invita il lettore a riflettere sulla propria condizione umana, fatta di contraddizioni, dubbio, e la consapevolezza che la vita, nella sua finitezza, è un gioco di ruoli dove il vero senso è sempre elusivo.

Annamaria Ferramosca nasce in Salento, a Tricase, alla confluenza dei mari Adriatico e Ionio, di fronte all’Albania. Frequenta il Liceo classico a Lecce. In questi anni inizia la sua passione per la letteratura antica, soprattutto per la poesia degli autori greci e latini, ma ben presto scopre anche i contemporanei. Uno studio che proseguirà poi senza pause, contemporaneamente mettendosi alla prova con la scrittura poetica. Da sempre affascinata dal mondo naturale, decide di proseguire gli studi universitari nel campo della Biologia. Si trasferisce a Siena dove si laurea brillantemente in Scienze Biologiche.
Si trasferisce a nel 1970 a Roma, dove si sposa e ha un figlio, cui mette nome Manuel in omaggio alla poesia spagnola contemporanea che in quel periodo monopolizza la sua lettura. Per molti anni insegna Scienze Naturali nei Licei romani. Intanto studia Fitoterapia e si specializza in Scienza dell’Alimentazione, abbandonando poi l’insegnamento e dedicandosi al lavoro di Nutrizionista e contemporaneamente alla scrittura, mai abbandonata, di poesia.
Decide di pubblicare solo dopo uno sterminato chilometraggio di letture poetiche e su sollecitazione del poeta Plinio Perilli, che introduce e presenta la sua prima raccolta dal titolo Il Versante Vero, nel 1999. Dopo l’esito lusinghiero di questo suo libro d’esordio. che ottiene il Premio Opera Prima Aldo Contini Bonacossi, pubblica negli anni le successive raccolte. Con il volume Curve di Livello, edito da Marsilio nel 2006, che riceve numerosissimi riconoscimenti dalla critica, l’autrice diviene nota nel panorama italiano poetico contemporaneo.
Le recensioni critiche evidenziano nel loro complesso la capacità della poetessa di evocare, con un linguaggio originale che fonde impronte di classicità e richiami dalla scienza, la visione possibile di un’umanità capace di abbandonare l’errore per volgersi verso l’incontro solidale planetario. Consistente si fa negli ultimi anni anche la sua attività di scrittura critica su poeti contemporanei e la collaborazione con riviste di poesia, anche in rete, come La Clessidra, Poesia, Gradiva, La Mosca di Milano, Le voci della Luna, Poiein, Blanc de ta nuque, Rebstein, Carte Allineate, Neobar, e sul territorio con l’Associazione culturale romana Villaggio Cultura-Pentatonic.
Ha fatto parte della redazione del portale Poesia2punto0.com, dove è stata ideatrice e curatrice per molti anni della rubrica Poesia Condivisa. L’incontro con il poeta ed editore Alfredo de Palchi è decisivo per diffondere la sua poesia in terra americana e in ambienti anglofoni grazie alla pubblicazione, nel 2009 per Chelsea Editions, del volume antologico bilingue Other Signs, Other Circles nella prestigiosa collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti (traduzione della poetessa irlandese Anamaría Crowe Serrano).
Altri suoi libri pubblicati sono: Il versante vero (Fermenti, 1999), Porte/Doors (Edizioni del Leone, 2002), Paso Doble (Empiria, 2006), La Poesia Anima Mundi (puntoacapo, 2011), Ciclica (La Vita Felice, 2014), Trittici – Il segno e la parola (Dot.comPress, 2016), Andare per salti (Arcipelago Itaca, 2017), Per segni accesi (Giuliano Ladolfi Editore, 2021), Luoghi Sospesi (Puntoacapo Editrice, 2023).
Suoi testi sono inoltre presenti in numerosi volumi collettanei e antologie.
Ha curato la versione poetica in lingua italiana delle poesie dell’autore romeno Gheorghe Vidican nel volume antologico 3D – Poesie 2005- 2013 (CFR, 2015). Ha presieduto il Premio di poesia De Palchi-Raiziss e fatto parte delle giurie dei Premi: Davide Maria Turoldo, Don Milani, Il Giardino di Babuk. Si sono interessati alla sua poesia: Franca Alaimo, Luca Benassi, Donatella Bisutti, Maria Grazia Calandrone, Luigi Cannillo, Marcello Carlino, Manuel Cohen, Antonio Devicienti, Donato Di Stasi, Marco Ercolani, Francesco Filia, Antonio Fiori, Elio Grasso, Stefano Guglielmin, Gianmario Lucini, Dante Maffia, Luigi Manzi, Gregory Pell, Plinio Perilli, Alfredo Rienzi, Anna Maria Robustelli,Paolo Ruffilli, Fabio Simonelli, Donato Valli. (vedi dettagli in Bibliografia).
Numerosi testi in traduzione inglese appaiono sulle riviste: Gradiva, Freeverse, World Literature Today, Inverse, Salzburg Poetry Review, Italian Poetry Revue, Fire. Testi tradotti anche in francese, spagnolo, greco, romeno, arabo, sono pubblicati su riviste straniere, anche on line (vedi Bibliografia). Sono di recente pubblicazione Sud I Poeti-Annamaria Ferramosca-Poesia per “riscrivere vita”, volume monografico critico per le edizioni Macabor,2022 e due libri di poesie scelte: Volver a escribir la vida per la Casa editrice argentina Abisinia Editorial, 2023 (traduzione di Antonio Nazzaro) e Va veni Oceanul per Editura Cosmopoli, 2023 (traduttrice in romeno Eliza Macadan). Sue letture registrate di poesie sono conservate a Firenze, nell’Archivio della Voce dei Poeti, a cura di Multimedia. Ha collaborato con l’Accademia Nazionale di Danza per l’evento DanzANDo sull’Appia Antica https://www.youtube.com/watch?v=sc9bGrgJZZo Dal 2019 è Voice Ambassador di Italia e Puglia per il progetto Poetry Sound Library, mappa sonora che diffonde in rete le voci di poeti da tutto il mondo. https://www.zeemaps.com/3218677/Annamaria_Ferramosca_(Italia)
Nel 2021 riceve il Premio Internazionale IPLAC Voci Città di Roma e nel 2022 il Premio alla Carriera conferitole dalla Giuria del Premio Paesaggio Interiore, Iesi (AN).
La mia vita in poesia
Intervento per l’incontro seminariale sulla poesia di Puglia- Lecce, 12 maggio 2023.
[ SiteLink : Yuleisy Cruz Lezcano ]
[ SiteLink : AnnamariaFerramosca.it ]
[ Immagine in Evidenza : Disegno di una mano realizzato 29.000 anni fa nella grotta di Pech Merle. Museo Pech Merle. ]




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