Quel fatidico giorno una misteriosa coltre di nebbia scientificamente chiamata Covid-19, avvolse nella sua oscura morsa tutto il mondo.

Il tempo si fermò improvvisamente,nelle strade si percepiva il vuoto assordante del silenzio e della paura che scorreva nelle vene delle poche persone che avevano il coraggio di uscire, facendo chinare il capo anche ai più indomiti. Solitudine, disperazione, terrore e morte aleggiavano ovunque.

Ogni giorno da allora non ha più differenze, il ticchettio degli orologi scandisce il tempo che trascorre inesorabilmente dinanzi ai nostri occhi colmi di malinconia, mentre il mondo è imprigionato nella gabbia della paura.

Tutto ciò fa comprendere l’importanza di stare con il prossimo, l’importanza di un piccolo ma grande gesto d’amore,un caldo abbraccio o una carezza rassicurante di cui abbiamo bisogno ma che ora non possiamo ricevere.

Il morbo ci ha privati di ogni cosa,del lavoro,dei divertimenti,degli affetti ma non della nostra umanità. Le nostre povere anime provate dalla nebbia mortale invocano speranza, ultimo grido silenzioso che ci rimane per accendere in noi il fuoco della vita.

Un domani ancora sconosciuto grava su di noi,aggrappati al ricordo della nostra vita precedente, ora divenuta soltanto un’utopia lontana nel tempo.

Quando la terribile nebbia infernale allenterà la sua morsa sul mondo,inizierà una nuova epoca,porteremo il marchio del morbo impresso nelle nostre menti,e niente sarà più come lo conoscevamo.

Il futuro è incerto,ma si va avanti nonostante tutto, si sopravvive per non cedere sotto il macigno della disperazione.