
[poeta catalano, scrittore; Prof. in pensione, Università Roma Tre; Cav. OMRI dal 2006; risiede a Roma (rione Monti) dal 1969]
R oma è il centro del mondo. E’ quello che persino un genio come Wolgang Goethe affermò il 29 ottobre 1786: “Sí, sono finalmente arrivato in questa capitale del mondo!” Ed è una affermazione piena di entusiasmo. Lo stesso che dimostra Maurizio Borghi nelle considerazioni sul “suo” rione Monti, centro del mondo romano da tanti secoli.
Importante è soffermarsi sulla vita quotidiana se vogliamo riuscire a comprendere i meandri di una città. Niente di meglio, dunque, che andare indietro nel tempo e far scaturire dalla memoria di un bambino e dai riccordi da lui stesso da giovane, i ritagli che hanno composto per lui la quotidianità.
Occorre valutare il peso dalla storia, la importanza dei miti, la quantità di leggende che sorreggono l’evolversi di questa città; “la propia Roma, il nome alternativo dalla quale soltanto si può pronunciare in cerimonie segrete…”, ci diceva Plinio il Vecchio per confermarci che Roma aveva un nome iniziatico, una definizione segreta, dei misteri da cercare da risolvere, dei rioni come Monti con delle “Porte Magiche” da scoprire…
Non sono pochi i personaggi importanti che hanno sfilato nei corsi dei secoli in uno scenario come Monti. Ma oltre a tutti questi attori ed attrici eccelenti: artisti, scienziati, politici, nobili, ecclesiastici, viaggiatori stranieri, i veri personaggi per il nostro racconto rionale sono tutte quelle persone semplici che appaiono sottilmente disegnate.
E‘ come un collage il testo che ci presenta Borghi. Il collage, forse uno scherzo ai suoi inizi a metà strada tra l’ironia ed il caso, fu realizzato da Picasso nel 1912, subito con la complicità di Braque e l’entusiasmo del pittore Juan Gris. Il collage, cue rappresentava le contradizioni della cultura visuale (disegno, pubblicità), diventa nel caso che ci riguarda una applicazione sulle contradizioni della memoria dell’immaginario —visuale, emozionale, ideologico— dell’autore, onde poterci fornire delle preziose mattonelle letterarie.
Memorie di un periodo preciso della vita —la gioventú— che possono equivalere, con tante e personali sfumature, alle altretante valide riflessioni di altretanti conoscitori del quartiere. L’insime delle memorie —personali e collettive— si ammonticchiano, formano quasi un monticello. Lo sguardo e l’attenta riflessione dell’autore che ci racconta con cura e brevità molte notizie, ci permettono di assaporare buona parte della “piramide” monticiana.
Osteria è un termine che ancora esiste nei “quadri” di Borghi. Le osterie scompaiono lentamente, non tutte per fortuna! Ma quelle riuscite a resistere danno la misura dell’importanza della cucina romana e della qualità della sua gastronomia. Quelle rimaste tuttora a Monti ci parlano, senza allargarsi, di certe scorpacciate mentre risuonano, da vicino, le ridarelle di Petrolini ed, in fondo, i sonetti del Belli.
Nuvole di turisti invadono le vie principali, ma con un pò di lavoro e di diligenza, forse leggendo questo libro, potranno godersi benissimo di tutte le meraviglie che nasconde il rione. Inoltre potranno spassarsela in giro nel quartiere, coccolati a volte dalla brezza di un sapiente ponentino.
Tanto tempo fa —dipende dai punti di vista— a Roma si viveva con tranquillità. Lo scrittore Ferdinand Gregorovius, autore della monumentale Storia della Città di Roma nel Medio Evo, scrisse nei suoi Diari (visse a Roma nella seconda metà dell’Ottocento): “Roma è di un silenzio così profondo che ci si può sentire, pensare e lavorare in una divina tranquillità”. Molti degli angoli monticiani descritti dall’autore raccolgono ancora il carattere silenzioso di cui ci parla lo studioso straniero.
Inventarsi o commentare una città è un’operazione letteraria che è del tutto legitima. Per esempio i fragmenti scritti sul Colosseo, simbolo della Roma pagana, attraverso i secoli. Dagli autori classici fino ai grandi testi di Goethe, Stendhal o i commenti di Shelley, Chateaubriand, Gogol, Andersen, Louise Colet, per arrivare ai nostri giorni con Pirandello, Pasolini. Invece illustrarla dal didentro, come ha fatto con la sua apparente semplicità Maurizio Borghi, corresponde a fornirci una guida straordinaria e un momento di riflessione sull’andirivieni del tempo, lo spazio e gli esseri umani in un rione romano singolare: Monti.




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