
Nel 1520 Enrico VIII d’Inghilterra e Francesco I di Francia si incontrarono nel Campo del Drappo d’Oro, situato in una valle tra Ardres in Francia e Guînes nella regione controllata dagli inglesi, che successivamente prese il nome di Val d’Or.
Quello fu il primo vertice europeo della storia e offrì a ciascuno dei due sovrani la possibilità di superare l’altro in splendore e abilità militare. Tuttavia, la cosa più singolare era che, nel Campo del Drappo d’Oro, tutto era temporaneo e serviva solo a fare spettacolo.
Charles Dickens nella sua opera “A Child’s History of England/ Storia di un bambino d’Inghilterra” scrisse:
“C’erano castelli finti, cappelle temporanee, fontane in cui scorreva vino, grandi cantine piene di vino gratuito come acqua per tutti i convenuti, tende di seta, merletti e lamine d’oro, leoni dorati e innumerevoli altre cose del genere”.
Fu un’esibizione di ricchezza molto costosa da parte di entrambi i re, che cercarono di eclissare l’altro, con tende e vestiti abbacinanti, grandi feste, danze, musica, giostre, giochi e banchetti.
La cucina francese e inglese erano abbastanza simili nel 1520. La carne era preponderante e le verdure, sebbene stessero diventando sempre più utilizzate in Italia e in altri paesi europei, raramente venivano gustate da sole. C’era la credenza che frutta e verdura fresche portassero malattie, quindi la maggior parte della frutta e della verdura nelle feste di re Enrico venivano cucinate e presentate sotto forma di zuppe, torte e conserve. Si dice che fosse molto ghiotto di marmellata.
Entrambe le nazioni usavano molte spezie e zucchero nella loro cucina, poiché queste costose prelibatezze, lo zucchero importato da Cipro e le spezie da Cina, Africa e India, dimostravano ricchezza e status sociale. C’erano anche costosi agrumi, mandorle e olio d’oliva del Mediterraneo.
I sontuosi banchetti preparati in occasione di quell’incontro erano accompagnati da musica, esibizioni di tiro con l’arco e lotta.
Il cibo, servito su grandi vassoi da cui gli ospiti si servivano, veniva generalmente distribuito in base all’importanza dei commensali. Quelli più lontani dal tavolo più importante non avevano lo stesso cibo di qualità o gli stessi piatti prelibati destinati ai commensali più importanti.
In media, i banchetti consistevano in una serie di tre o più portate, ciascuna delle quali comprendeva di una cinquantina di pietanze, tutte fatte arrivare a tavola contemporaneamente, dalle quali i commensali potevano scegliere cosa mangiare.
C’era sempre un centrotavola elaborato: un uccello come un fagiano o un cigno che era stato “rivestito” del suo piumaggio, uccelli vivi nascosti in un centrotavola di pasta che volavano via non appena veniva tagliato, o altre realizzazioni fantasiose e commestibili, come castelli e cavalieri di pasta di mandorle o di zucchero.
Uno storico che ha studiato i libri contabili di quei banchetti ha stimato che duemila pecore e settecento anguille vennero servite solo nei due fine settimana.
Un altro ha affermato che oltre 3.000 pecore e agnelli, 800 vitelli, 6.500 uccelli e 300 buoi furono macellati da quella “orda ingurgitante”, oltre a 13 cigni e 3 focene, mammiferi marini simili ai delfini, particolarmente apprezzati da Caterina d’Aragona.
A tutto ciò vanno aggiunti 29.000 pesci, 98.000 uova e 200.000 litri di vino proveniente dalla Borgogna, dalla Valle della Loira, dal Bordeaux e dalla Guascogna.
Un altro resoconto afferma addirittura che la quantità di vino fosse di 216.000 galloni, che corrisponde a circa 950.000 litri, una quantità che mi sembra incredibile, anche includendo il vino che sgorgava dalla fontana posta davanti all’ingresso del palazzo provvisorio di Enrico.
Inoltre, gli ospiti bevvero 66.000 litri di birra, spedita dall’Inghilterra o anche prodotta localmente a Calais.
La birra era una bevanda comune durante il periodo Tudor, poiché l’acqua era considerata contaminata o malsana. All’epoca veniva prodotta senza luppolo e aveva una gradazione alcolica molto debole.
In quei tempi anche i bambini piccoli veniva svezzati con la birra




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