By Marisa Salabelle

Per raccontare la vita di Sylvia Plath, la grande poetessa americana morta suicida a soli 30 anni, Antonella Grandicelli ha fatto una duplice scommessa. Ha usato la prima persona, come se fosse Sylvia a parlarci di sé, e ha ripercorso la sua vita a ritroso, partendo dal momento in cui si trova in cucina con la testa infilata nel forno, giù fino alla nascita nel 1932. Due scommesse rischiose, che l’autrice ha saputo vincere alla grande. Quello che colpisce in questa breve biografia è il carattere intimo, personale: davvero, leggendo, ci sentiamo come se fosse Sylvia a raccontarci la sua vita.

Per documentarsi, Antonella Grandicelli ha studiato, come riportato in bibliografia, altre biografie della Plath, ha letto i suoi diari, le sue lettere e le sue poesie, fino a entrare dentro di lei, penetrare nei suoi pensieri e stati d’animo e parlarci con la sua voce. Il percorso inverso, dalla morte alla nascita, ci permette di scoprire poco per volta le vicende che Sylvia ha affrontato, i sentimenti che ha provato, le prove che la vita le ha messo davanti. Dotata di un talento straordinario e di una vocazione poetica prorompente, mutevole nel carattere, ora convinta del suo valore e delle sua scelte, ora oppressa dall’insicurezza, felice per brevi periodi ma tormentata e malinconica per gran parte della sua breve vita, Sylvia Plath ha perso il padre amatissimo all’età di otto anni, ha vissuto con una madre devota e sacrificale il cui modello interiormente ha rifiutato, ha avuto brevi esperienze gratificanti, tra amori giovanili e primi successi letterari, ha amato un poeta, Ted Hughes, l’ha sposato e ha avuto da lui due figli, poi lui si è innamorato di un’altra… vicende, se vogliamo, comuni a molte di noi. Sylvia Plath le ha vissute con la sua straordinaria sensibilità, col suo senso tragico della vita; Antonella Grandicelli le ha sapute narrare con un linguaggio nitido e poetico, con una capacità di introspezione e di coinvolgimento davvero notevoli.

2 risposte a “#Recensione: Syilvia Plath, di Antonella Grandicelli (Morellini, 2022)”

  1. Molto interessante. Ogni volta che leggo di persone creative che ci hanno lasciato giovani, siano essi compositori, artisti, scrittori, ecc. Penso sempre alle stelle estinte, la cui luce viaggia ancora nello spazio/tempo e possiamo continuare a contemplarle molto tempo dopo, quasi eternamente. L’altro giorno scrivevo un racconto, parlavo di L.Tenco, anche partito troppo presto, 29 anni. Peccato.

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