Tutto si svolge – ormai –
tra cadute di cielo
e il quadrato asfittico
del palcoscenico.
Dove tu nutri
– senza scioltezze – le magre figure.
Solo io – livida e rapace – spio
ogni tuo misero gesto.
Lo sguardo liquido scioglie
ogni parete e gesso.
Le porte dell’esistente
si spalancano sotto il mio passo.
È nel mio cammino
sterminare serpenti.
E tutto quello che striscia
sinuoso e decadente.
Sottilmente perfido e sinistro.
Sono l’occhio all’interno del quadro che ti fissa.
L’occhio nascosto in ogni scena.
[ BlogLink: Eletta Senso ]





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