Alessandra ha un fidanzato a cui non permette di salutare, neppure guardare altre ragazze, gli nega di sedersi accanto ad una ragazza nei mezzi pubblici ed ogni giorno gli fa scenate di gelosia anche solo nel dubbio che possa avere un qualche tipo di interesse per un’altra persona.

La loro relazione è un susseguirsi ininterrotto di litigi e riconciliazioni, di scenate epiche e rappacificamenti, con un pathos sempre al massimo, il pensiero ossessivo su lui, su lei, sulla relazione che occupa ogni minuto del loro tempo, ogni energia.

Vi sono donne, uomini che non conosco altro modo per entrare in relazione se non con modalità dai toni altissimi, un desiderio di fusione e controllo totale dell’altro dove l’angoscia di abbandono è l’unica emozione che si riesce a manifestare, una preoccupazione che cancella qualsiasi possibile situazione piacevole, i pensieri, il quotidiano che diventa inferno dove loro ne sono demoni.

… “ora io e te siamo un tutt’uno” e solo l’idea che siamo altro rispetto alla dimensione “noi” è intollerabile, inaccettabile. Una fusione che porta a situazioni paradossali, pensieri ossessivi, paranoie che annullano l’identità personale nel delirio di vivere uno dentro l’altro, che lui, lei ci appartenga, che non abbia segreti o una vita propria senza di noi.


Bio Mauro Cason

Mauro Cason, sono uomo e padre, appassionato di montagna e boschi, silenzio e storia. Percepisco in me il desiderio di ricerca ed ascolto, amo ripercorrere luoghi evocativi, narrare storie che appartengono alle persone, spesso percorse da “cicatrici” che chiamiamo tatuaggi emotivi.

Sono nato in Veneto, vicino a montagne che mi riconoscono, una terra cui appartengo.

Sono psicologo ed esperto in problematiche relazionali.

…Se hai tempo per giudicare gli altri non te ne rimane per amarli…

Una replica a “Bisogno del dramma by Mauro Cason”

  1. Sono relazioni “ malate” , insicurezza e mancanza di fiducia non portano lontano. Non portano da nessuna parte. Ne sentiamo parlare quasi ogni giorno, nei telegiornali, quando arrivano a epiloghi tragici.

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