By Alessandra Giuliani Laugier
Che il ruolo della donna in tante narrazioni sia frutto di una cultura maschilista è ormai un argomento che è già stato sviscerato più volte, come, lo premetto, la comparazione di due figure femminili famosissime: Pandora ed Eva. Eh già, perché non solo secondo la Bibbia (nel libro della Genesi) la fonte della caduta del genere umano e del male, inteso come peccato originale, ha origine nelle sconsiderate decisioni di Eva, anche nella letteratura mitologica greca esiste una donna che è stata causa dei mali nel mondo: Pandora, appunto. È quindi la donna, a rappresentare la fonte di ogni guaio secondo diverse culture. Se, come sappiamo ormai tutti, Eva ha generato la cacciata dal paradiso terrestre sua e di Adamo per aver deciso di disubbidire a Dio cogliendo il frutto proibito, portando per l’eternità la macchia di questa colpa a tutte le generazioni di donne a seguire (la donna partorirà con dolore subendo l’autorità dell’uomo), Pandora altrettanto ha generato un bel disastro secondo la cultura ellenica, rappresentando ancora una volta la sconsideratezza del tutto femminile generata da scelte prive di alcuna razionalità. Pandora viene appositamente pensata da Zeus e plasmata da Efesto, figlio di Zeus, proprio per punire gli uomini, non come Eva che, invece, era stata generosamente pensata per creare una compagnia gradevole per il povero Adamo che vagava tutto solo e sconsolato nel Paradiso terrestre; intenzioni diverse quindi, che hanno portato però lo stesso risultato: la presenza della donna sulla terra è stata solo fonte di guai. Secondo il racconto tramandato dal poeta Esiodo, il vaso era un dono fatto a Pandora da Zeus, il quale le aveva raccomandato di non aprirlo. Pandora, che aveva ricevuto dal dio Ermes il dono della curiosità, non tardò però a scoperchiarlo, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della vecchiaia, gelosia, malattia, pazzia e il vizio. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza (Elpis), che non fece in tempo ad allontanarsi prima che il vaso venisse chiuso di nuovo. Prima di questo momento l’umanità aveva vissuto libera da mali, fatiche o preoccupazioni di sorta, e gli uomini erano, così come gli dei, immortali. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato ed inospitale simile ad un deserto, finché Pandora lo aprì nuovamente per far uscire anche la speranza, ed il mondo riprese a vivere. In sostanza queste due storie ci raccontano di come la donna sia stata considerata anticamente la fonte di ogni calamità a causa della sua natura sconsiderata, rendendola così, nell’immaginario collettivo, talmente sciocca da dover accettare e subire l’autorità maschile; la sua unica attitudine poteva essere quella di portare attraverso la gradevolezza del suo aspetto, piacere al genere maschile e compiere l’unico ruolo che poteva essere utile: quello di procreare e occuparsi della famiglia. Quale essere non razionalmente pensante altro non poteva esserle concesso. Al di là di qualsiasi narrazione misogina e ingiusta, credo sia stato sottovalutato un messaggio importante celato dietro ciò che voleva essere fatto apparire come stupidità: la libertà. Queste due storie scritte da uomini, ci parlano di donne libere di pensare con la propria testa, difficilmente domabili, determinate a seguire il proprio pensiero senza condizionamento alcuno, che provenisse da un Dio o da un uomo. Sarà per questo motivo, quello reale, che la forza delle donne ha spaventato a tal punto gli uomini dal dover tentare di domarla ad ogni costo? Sarà perché questo articolo è scritto da una donna, che la chiave di lettura cambia e dimostra che non tutto ciò che ci viene narrato ha una sola fonte di interpretazione.

Alessandra Giuliani L.
Autrice di “Dieci Volte l’amore” Lupi Editore
e del thriller psicologico
“Anime Occulte” Bertoni editore.
Blogger e creative writer.





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