Quando pensiamo all’attività di scrittura, di solito immaginiamo lunghe ore trascorse seduti ad un tavolo, le dita sulla tastiera o, penna alla mano, su un foglio di carta. Nell’immaginario comune non siamo portati ad attribuire agli scrittori e alle scrittrici una grande passione per sport e attività fisiche. E invece… Sfatiamo questo mito e vediamo un po’ cosa prediligono gli autori per rilassarsi.
Il nuoto è uno degli sport che molte persone praticano sia per rilassarsi che per mantenere la forma fisica. E chi lavora con le parole non è da meno. Ad esempio Oliver Sacks, David Foster Wallace, Ernest Hemingway. David Foster Wallace è stato anche un tennista professionista, nonché autore del libro Il Tennis com esperienza religiosa. Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012.
Ma la palma delle preferenze degli scrittori va alla corsa.
Haruki Murakami è un maratoneta convinto; si è anche cimentato con gare di triathlon, e ha scritto un libro proprio sulla corsa, L’arte di correre” (Einaudi 2009), in cui spiega le sue convinzioni:
La maggior parte di quello che so dello scrivere l’ho imparato attraverso l’esercizio della corsa di tutti i giorni.
Murakami ha paragonato la stesura di un romanzo a una prova di sopravvivenza e sostiene che per un autore il benessere fisico sia importante quanto il talento.
Philip Roth percorreva un chilometro per ogni pagina scritta.
Lo scrittore americano Michael Cunningham, vincitore nel 1999 del premio Pulitzer con il romanzo Le ore (Bompiani) da cui è stato tratto il film omonimo (The hours), ha bisogno di fare sport per rigenerare la mente e continuare a scrivere. Pratica la corsa, ma anche la boxe.
Qualcuno invece si dedica ad attività di stretching e fitness.
Dan Brown ha dichiarato di fare ogni ora brevi pause per piegamenti, flessioni e allungamenti; dice che questa attività lo aiuta a mantenere fluide le idee.
Jack Kerouac invece si metteva a testa in giù, inarcando il corpo fino a toccare il pavimento con le dita dei piedi, e ripetendo diverse volte l’esercizio.
Franz Kafka, vegetariano ante litteram, era anche un antesignano dell’home fitness: un programma di allenamento che amava praticare ogni giorno a casa, spesso nudo, davanti alla finestra.
Albert Camus praticava il calcio a livello amatoriale. Nabokov praticava e insegnava tennis e boxe.
Molti scrittori russi amavano lo sport e ne erano decisi sostenitori. Il giovane Puškin amava la ginnastica e la lotta, mentre in età più matura amava nuotare e cavalcare. Tolstoj faceva esercizi fisici ogni mattina, sollevava pesi, si esercitava su una barra orizzontale e adorava camminare. Maksim Gor’kij amava lo sci, il canottaggio, il pattinaggio. Vladímir Majakóvskij era un grande appassionato di boxe.
Tra gli italiani Mauro Covacich, classe 1965, è forse il più rappresentativo degli scrittori appassionati di running. L’autore triestino, pur senza essere un atleta professionista ha partecipato a diverse competizioni tra cui la maratona di New York e ha dedicato un romanzo all’ambiente della corsa (“A perdifiato” Mondadori 2003).
Gabriele d’Annunzio praticava nuoto, equitazione, scherma, boxe, calcio, golf, ciclismo, canottaggio, volo in aereo, gioco delle bocce, motonautica: tanta roba direi… Restando in ambito più normale, probabilmente la palma d’oro come miglior scrittore sportivo va a Alessandro D’avenia, giovane insegnante di lettere e sceneggiatore, atletico, e praticante di calcio, squash e nuoto. Niente male anche Gianrico Carofiglio che è cintura nera di Karate 5º dan, oltre che appassionato surfista. Erri de Luca, grande amante della montagna, è appassionato di sport estremi e nonostante l’età non più giovanissima, non perde occasione per arrampicarsi sulle vette più impervie, così come Mauro Corona, alpinista, scrittore e scultore friulano.
Più difficile trovare informazioni sulle scrittrici. So che Elena Stancanelli da ragazzina praticava il tennis, che Joyce Carol Oates amava il podismo. Ma non ho trovato altre informazioni in rete. Avete informazioni in merito? Per favore, condividetele qui!
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