Vecchie cose scritte ritrovate
sembrano i testamenti di qualcuno che non c’è più
storie dove sembrava che andasse tutto bene, inizi
pagine uno
di libri interrotti.
Questo lascito scorre denso nei vuoti
scavati da silenzi carsici
come un fiume si gonfia e trascina a valle
scorie, materiali
sabbia per clessidre rotte
che hanno smesso di misurare il tempo.
Come l’acqua dei disgeli
che è stata neve e ghiaccio
sostanza immobile
custode candida di vette mai raggiunte
il corso impetuoso della storia
scompone la verità nell’invenzione
e tutto, e tutti assolve.
Gli eredi osservano con stupore quel poco che resta da spartire.
Parole asciutte, snervate,
come stracci
come ferri consumati.
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